editoriali
Un crollo inferiore alle attese
L’export tiene, la manifattura pure. Cosa c’è da salvare tra i dati sul pil
I due grandi dati aggregati, pil e debito, ci dicono con chiarezza quanto è stato terribile il 2020 per l’economia italiana. Il primo è confermato in contrazione dell’8,9 per cento rispetto all’anno precedente (per chi ama le soglie psicologiche si scende, in valore, sotto ai 1.600 miliardi di euro, come 23 anni fa) e il secondo è in micidiale espansione e raggiunge il 155,6 per cento del pil (anche se il deficit è stato del 9,5, contro il 10,8 previsto in nella Nadef). Portati indietro gli estremi delle labbra nella mimica della paura, bisogna andare a scavare e cercare qualche appiglio. Per il pil, intanto, poteva andare peggio, anzi, tutti prevedevano peggio. A tenere più del previsto è stato l’export (è calato, ma resistendo in modo notevole), mentre i consumi interni hanno subìto un pesante rallentamento. Guardando avanti sembra di capire che per il mercato domestico c’è una possibilità e già se ne vede qualche segno nella ripresa dell’inflazione (salita allo 0,6 per cento in febbraio, dallo 0,4 di gennaio), mentre la domanda mondiale sta ripartendo, tanto che un altro indice, il Pmi manifatturiero, è in zona fortemente espansiva, a rappresentare la corsa a semilavorati e materie prime da parte dei direttori acquisti per farsi trovare pronti a una intensa campagna commerciale.
E’ più difficile e certamente meno confortante andare a scavare nel dato aggregato del debito pubblico. Certo, il salto, di proporzioni storiche, è chiaramente figlio del rallentamento delle entrate e delle necessità di spesa per affrontare la pandemia e per sostenere le famiglie e le aziende. Ma dentro a quel 155,6 per cento c’è anche tanto trascinamento di sfondamenti, di eccessi, di mancata disciplina, del passato. Eravamo a un debito pari al 134,6 per cento pre-pandemia e in condizioni, comunque, di bassa crescita. Senza segnali di ripresa anche quel livello di debito sarebbe stato un problema. Adesso non servono segnali, ma serve la ripresa e anche robusta.