Piazzetta Cuccia, sede di Mediobanca (foto Ansa)

editoriali

In Mediobanca si parla meno francese

redazione

Bolloré dimezza la partecipazione: sale l’influenza italiana su Generali

A Piazzetta Cuccia si parla sempre più italiano e meno francese. Vincent Bolloré ha dimezzato la  partecipazione in Mediobanca, portandola al 2,1 per cento dal precedente 4,3 per cento. E’ successo a gennaio ma dalle comunicazioni Consob risultava che avesse comunque in mano il 2,8 per cento e invece, come rivelato da Radiocor, da alcuni documenti societari emerge che il disimpegno è stato maggiore. Questo potrebbe spiegare lo spazio che si è creato sul mercato per il recente ingresso di Francesco Gaetano Caltagirone (1 per cento) e per il rafforzamento di Leonardo Del Vecchio che ha in tasca il via libera della Bce per salire fino al 20 per cento del capitale. Bolloré è stato uno dei grandi soci di Mediobanca (è arrivato a detenere l’8 per cento) e protagonista del patto di sindacato fino al 2018, ma adesso il suo interesse per l’Italia sembra molto più concentrato su media e telecomunicazioni (Mediaset e Telecom) che sulla finanza.

 

La domanda è se Bolloré si prepara a uscire di scena oppure se manterrà una partecipazione tale che gli consenta di esprimere almeno un consigliere di amministrazione. A giudicare dalle parole con cui ha giustificato la vendita di azioni Mediobanca, parlando di “perdita di influenza notevole”, le sue ore come socio sembrerebbero contate. Ma non si può mai dire e comunque sia, l’arretramento del finanziere francese non potrà che agevolare il riassetto azionario in atto a Piazzetta Cuccia. E per quanto Del Vecchio dica di non sapere che Caltagirone stesse comprando azioni, rimarcando così una certa distanza e indipendenza nelle scelte tra i due, in prospettiva si vede il rafforzamento della presa sul gruppo Generali di cui entrambi gli imprenditori sono soci rilevanti e di cui Mediobanca è il maggiore azionista. Insomma, con la ritirata di Bolloré tramonta  l’ipotesi del temuto asse francese in Mediobanca-Generali mentre diventa più probabile un maggior peso italiano nel controllo di Trieste soprattutto in vista del rinnovo del cda nel 2021 ora guidato da Philippe Donnet.

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