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Ripensare il ruolo del notaio. A partire dalle startup

Carlo Stagnaro

Il Consiglio di Stato ha stabilito che per costituire le imprese innovative non basta la procedura digitale. Appunti per Colao e Giorgetti

Da oggi, le startup dovranno tornare dal notaio. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, accogliendo un ricorso del Notariato contro il decreto del ministero dello Sviluppo economico che stabiliva i passaggi per costituire attraverso una procedura online, sulla base di uno statuto standardizzato, le imprese innovative. La bocciatura di Palazzo Spada rovescia una precedente decisione del Tar, che invece era stata favorevole al tentativo di modernizzazione del paese, maturato tra il 2016 e il 2017. Tuttavia, il cartellino rosso scatta sulla base di motivazioni formali, non di merito: secondo il Cds, il decreto Mise va oltre i confini stabiliti dalla legge da cui deriva. Infatti, quest’ultima non individuava esplicitamente il responsabile dei controlli di legalità che, nelle procedure ordinarie, sono svolti appunto dal notaio. Sicché si era creato un paradosso: il Mise non aveva l’autorità di attribuire alle Camere di commercio tale funzione (come invece aveva fatto); ma, se non avesse provveduto, la norma sarebbe caduta comunque perché sarebbero mancate le verifiche antiriciclaggio. Si tratta, dunque, di una sconfitta importante ma non definitiva, perché non viene minimamente scalfito il principio, ossia quello secondo cui taluni atti – facilmente standardizzabili – possono essere sottratti all’esclusiva notarile ed effettuati o da altri professionisti (come gli avvocati e i commercialisti), o dalla tecnologia.

 

Questo potrebbe essere un importante terreno di gioco per il governo, su cui potrebbero concentrarsi Vittorio Colao e Giancarlo Giorgetti: come fare per semplificare delle procedure che sono nate, inevitabilmente, in un contesto tecnologico, storico e giuridico molto diverso da quello attuale? L’esperienza delle startup innovative, sotto questo profilo, è negativa non perché non abbia funzionato (al contrario) ma perché dimostra che non si può affrontare una faccenda tanto complessa in modo parziale e limitato. Serve, semmai, ripensare il ruolo del notaio nella nostra società. Se non ora, quando?

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