La decarbonizzazione passa dalla Borsa
Ridurre l'impatto ambientale del settore aereo iniziando dagli aeroporti è una leva per la ripresa che ci aspetta. La finanza sostenibile può essere una via, come nel caso di Fiumicino
Ai proclami delle imprese nel nome della sostenibilità ambientale siamo ormai abituati e le cose non cambieranno certo nel prossimo futuro, sempre più orientato a ridurre l'impatto dello sviluppo sull'ambiente. Gli impegni però sono un'altra cosa. Dal punto di vista finanziario esistono strumenti in grado di vincolare il raggiungimento di determinati obiettivi ad alcune agevolazioni, oppure, nel caso in cui non si raggiungessero i risultati attesi, a delle penali. La società che gestisce l'aeroporto di Fiumicino, Adr, ha collocato ieri sulla Borsa irlandese un'obbligazione da 500 milioni con queste caratteristiche: si tratta di un sustainability-linked bond, un tipo di bond formalizzato a giugno da Icma, l’associazione internazionale dei mercati di capitali, che a differenza di un normale green bond slega il finanziamento da un singolo progetto e lo vincola invece all'obiettivo. In questo caso i 500 milioni saranno utilizzati per azzerare le emissioni di anidride carbonica dell'intera infrastruttura nell'arco dei dieci anni di durata del bond, che il primo di questo tipo sottoscritto da una società aeroportuale. E a giudicare dalle risposte — l’emissione ha ricevuto richieste per oltre cinque volte l’offerta, totalizzando ordini per un importo pari a circa 2,7 miliardi di euro — i mercati guardano con interesse a questi strumenti, complice anche la spinta della Commissione europea che martedì ha pubblicato un'ultima comunicazione in tema di finanza sostenibile.
Per Fiumicino si tratta una grande opportunità ma anche di una sfida ambiziosa. Dal punto di vista della generazione elettrica, il progetto prevede la costruzione di due impianti fotovoltatici per una capacità complessiva di 60 MW, l'acquisto sul mercato di energia verde e la conversione della centrale di cogenerazione alimentata a combustibile fossile con il biometano. C'è poi il capitolo dei trasporti terrestri, sia quelli in capo ad Adr che quelli necessari per raggiungere l'aeroporto. Da una parte, il piano prevede di completare l'elettrificazione di tutta la flotta di veicoli, dall'altra si propone di ridurre le emissioni di Co2 per passeggero. Per farlo saranno incentivate la mobilità elettrica, con l'installazione di 500 colonnine di ricarica, e quella ferroviaria, con il potenziamento della capacità della stazione che collega la città di Roma all'aeroporto. Diventare un aeroporto a emissioni zero significa infatti garantire l'azzeramento della Co2 legata alle proprie attività ma anche agevolare la riduzione delle emissioni prodotte da terzi, come i passeggeri e i vettori aerei. In questa direzione va l'installazione di un distributore di carburante sostenibile, che sarà a disposizione delle compagnie aeree entro il 2024.
In questo percorso verso la sostenibilità ambientale lo scalo romano non parte da zero. La sostituzione dei veicoli diesel e benzina era già cominciata negli scorsi anni, così come è già avviata una gestione dei rifiuti e dell'acqua improntata sull'economia circolare. Anche dal punto di vista finanziario questo non è il primo passo, ma segue il green bond da 300 milioni collocato a novembre. Il motivo di questo impegno, spiega l'amministratore delegato Marco Troncone è che se è vero che "oggi non si vola per i rischi sanitari, domani potrebbe volare solo chi non presenta rischi ambientali". D'altra parte quello aereo è il segmento dei trasporti che inquina di più in assoluto per via delle emissioni che produce ogni singolo volo (285 grammi di Co2 per ogni passeggero per ogni chilometro percorso; un’auto ne produce 42 per passeggero per chilometro) e in questo quadro gli aeroporti possono contribuire a cambiare il volto del settore. Si può scommettere che finita la pandemia bisognerà tornare a fare i conti con i movimenti no-fly capitanati dalla giovane Greta Thumberg, che proprio ieri, nel summit sul Clima organizzato da Joe Biden, ha accusato ancora i leader mondiali giudicando insufficienti i loro impegni. Meglio farsi trovare preparati.
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