Ecco la tabella definitiva del Pnrr. Tutte le voci di spesa che verranno presentate in Cdm

Valerio Valentini

Così verranno ripartiti i 222,369 miliardi del Recovery. La mancata proroga del Superbonus irrita il M5s. Il rilancio di Transizione 4.0. Potenziato il settore dell'istruzione. Alla Sanità vanno 18 miliardi, all'alta velocità quasi 15. Il nodo Sud. La centralità di Cingolani

La tabella è già compilata, pronta a essere sottoposta al vaglio degli esponenti del governo che dovrebbero riunirsi in Cdm domattina alle 10. Ci sono tutte, una per una, le voci di spesa del Pnrr. Ci sono indicati tutti i dettagli su come verranno spesi i 222 miliardi e i 369 milioni di euro del Recovery plan di qui al 2026. Eccoli, i grafici elaborati dal Mef e contenuti in un documento che Il Foglio ha potuto visionare.

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Alla prima “missione” del Pnrr, quella che riguarda la Transizione digitale, verranno destinati nel complesso 48,925 miliardi. Sono 6,7 miliardi quelli che finanzieranno la digitalizzazione della pubblica amministrazione, e altrettanti quelli destinati alla banda larga, al 5g e al monitoraggio satellitare. Poco più di 20 saranno i miliardi utilizzati per il piano Transizone 4.0, tutti sotto forma di incentivi alle imprese, dove la voce più consistente è quella dell’ex iper-ammortamento: 10,8 miliardi sul 2021 e 2,5 miliardi sul 2020. All’innovazione del comparto giustizia andranno 2,3 miliardi.

La missione più imponente è quella della Transizione ecologica, coi 69,1 miliardi di euro entro il 2026. Di questi, sono 18,5 quelli stanziati per il Superbonus 110 per cento. E si tratta di una soluzione figlia di un compromesso: perché la cifra precedentemente prevista viene sostanzialmente confermata – in alcune bozze circolate nei giorni scorsi veniva ridotta a 8 miliardi – ma la proroga richiesta dal M5s non ci sarà: dunque il bonus varrà solo per gli interventi di efficientamento energetico su edifici privati e pubblici eseguiti entro il 2022. Alla filiera dell’idrogeno, poi, vengono riservati 3,4 miliardi, all’energia rinnovabile 6,7. I trasporti locali sostenibili otterranno 10,1 miliardi. Nella casa del ministero guidato da Roberto Cingolani finiranno anche, tra gli altri, 4,8 miliardi per la gestione dell’acqua e 10,1 per la tutela del territorio. 

Per il comparto infrastrutture, nel complesso, ci saranno 31,9 miliardi. La grande scommessa verte soprattutto sull’Alta velocità, in questo caso, a cui sono destinati 14,8 miliardi fino al 2026, mentre 2,6 miliardi andranno a finanziare il potenziamento delle linee regionali. Il sud, su questo settore, si vede riservati nello specifico 3,1 miliardi: 2,4 quelli stanziati per l’elettrificazione e la resilienza delle infrastrutture nel mezzogiorno, a cui si aggiungono i 700 milioni per il “piano stazioni”. Il progetto integrato Porti d’Italia otterrà 2,8 miliardi, mentre 1,5 miliardi andrà alla messa in sicurezza delle linee autostradali abruzzesi, l’A24 e l’A25.

Alla coesione sociale e territoriale vengono riservati 22,3 miliardi. Le politiche attive disporranno nel complesso di 4,4 miliardi, mentre alla rigenerazione urbana e l’housing sociale finiranno 9,3 miliardi. I servizi socio-assistenziali vengono finanziati con 1,4 miliardi. Alle aree terremotate vanno 1,7 miliardi, alle aree interne e montane 900 milioni.

La missione dell’istruzione è quella che, nel complesso, ottiene il maggior rifinanziamento rispetto alle precedenti versioni del Pnrr. Disporrà infatti di 32 miliardi, di cui 12,8 destinati ai progetti di accesso all’istruzione e alla riduzione dei divari territoriali. Altri 2,1 miliardi finanzieranno percorsi di istruzione professionalizzante e serviranno alla riforma degli Its, mentre 4,5 miliardi serviranno a potenziare i percorsi formativi legati alle materie scientifiche e il multilinguismo. Le varie voci di spese connesse al potenziamento del settore Ricerca e sviluppo ammontano a 8,6 miliardi. 

L’ultima missione, quella della sanità, si vede assegnare 18 miliardi da qui al 2026. Di questi, 7 finanzieranno il potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete territoriale, e 9 verranno spesi per l’ammodernamento tecnologico e digitale delle strutture.

 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.