l'europa riparte
La Commissione vede una primavera economica in Ue e in Italia
Vaccini e riaperture sostengono la ripresa. Gentiloni: ”L'impatto del Recovery fund inizierà a farsi sentire quest'anno e il prossimo, ma abbiamo molto duro lavoro da fare"
Lo scenario nelle previsioni economiche di primavera: il pil dei paesi Ue ai livelli pre-crisi entro la fine del 2022. Due buone notizie per l'Italia: le stime di crescita salgono, quelle sul debito scendono. Ma nel 2023 torna il Patto di stabilità e crescita
Bruxelles. Grazie alla campagna di vaccinazione e alle riaperture, l'Unione europea e la zona euro si sono messe alle spalle la crisi economica provocata dal Covid-19 e tutti gli stati membri dovrebbero ritornare ai livelli di pil pre-crisi entro la fine del 2022. E' questo lo scenario tracciato dalla Commissione europea nelle previsioni economiche di primavera pubblicate oggi. Il pil dell'Ue dovrebbe crescere del 4,2 per cento nel 2021 e del 4,4 per cento nel 2022, mentre quello della zona euro rispettivamente del 4,3 per cento e del 4,4 per cento. Per l'Italia ci sono due buone notizie. La Commissione ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il prossimo biennio: 4,2 per cento nel 2021 (contro il 4,1 delle previsioni di autunno) e 4,4 per cento nel 2022 (contro il 2,8). Migliora anche la dinamica del debito, che dovrebbe attestarsi al 159,8 per cento del pil quest'anno (contro il 159,5 delle previsioni di autunno) e iniziare a scendere al 156,6 per cento del pil il prossimo (contro il 159,1). Il deficit, dopo il livello record del 11,7 per cento del pil nel 2021, dovrebbe ridursi al 5,8 per cento nel 2021. "Le vaccinazioni e l'allentamento delle restrizioni stanno preparando la strada per l'economia dell'Italia per rimbalzare con forza nella seconda metà del 2021", scrive la Commissione. Gli investimenti finanziati con il Recovery fund dell'Ue dovrebbero spingere l'economia verso "un percorso di espansione sostenuta, che dovrebbe permettere alla produzione di ritornare ai suoi livelli pre-pandemici entro la fine del 2022".
“Rimbocchiamoci le maniche”, ha detto il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, salutando il fatto che “l'ombra del Covid-19 sta iniziando a dissiparsi dall'economia europea. Dopo un inizio anno debole, prevediamo una forte crescita sia nel 2021 che nel 2022. Il sostegno fiscale senza precedenti è stato e rimane essenziale per aiutare i lavoratori e le aziende europee a superare la tempesta”, ha spiegato Gentiloni: ”L'impatto di Next Generation Eu (Il Recovery fund, ndr) inizierà a farsi sentire quest'anno e il prossimo, ma abbiamo molto duro lavoro da fare - a Bruxelles e nelle capitali nazionali - per sfruttare al meglio questa storica opportunità”. Secondo il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, “anche se non siamo ancora fuori pericolo, le prospettive economiche dell'Europa sembrano molto più rosee". Inoltre, il Recovery fund "aiuterà la ripresa e rappresenterà un vero e proprio punto di svolta nel 2022, quando permetterà di aumentare gli investimenti pubblici al livello più alto in oltre un decennio".
Tra i grandi paesi sono quelli più colpiti nel 2020 che avranno un rimbalzo più forte. La Germania, dopo una contrazione del 4,9 per cento lo scorso anno, dovrebbe crescere del 3,4 per cento nel 2021 e del 4,1 per cento nel 2022. La Spagna, che ha perso il 10,8 per cento di pil nel 2020, dovrebbe recuperare il 5,9 per cento quest'anno e il 6,8 per cento il prossimo. La Francia, che ha segnato un meno 8,1 per cento lo scorso anno, dovrebbe registrare un più 5,7 per cento nel 2021 e 4,2 per cento nel 2022.
A differenza delle previsioni economiche di primavera degli anni passati, quelle del 2021 non serviranno per dare giudizi sui conti pubblici dei singoli stati membri. Ma i dati contenuti nel documento pubblicato oggi dalla Commissione sono comunque decisivi rispetto al dibattito che si sta per aprire sulla riattivazione del Patto di stabilità e crescita. Nelle prossime settimane, Gentiloni e Dombrovskis dovrebbero fare la loro proposta sulla clausola generale di salvaguardia. Il Patto di stabilità e crescita è stato sospeso fino al 2022, ma i governi devono decidere se tornare alla normalità anche sui tetti del 60 per cento di debito e del 3 per cento di deficit, con conseguenti obblighi di risanamento di bilancio. Il fatto che tutti gli stati membri dovrebbero tornare ai livelli di pil pre crisi entro fine del 2022 gioca a favore di una riattivazione del Patto di stabilità e crescita dal 2023. Secondo la Commissione, il prossimo anno "il numero di stati membri con un deficit di più del 3 per cento del pil è previsto scendere in modo significativo". Sopra il 3 per cento ci saranno Belgio (4,9), Estonia (3,3), Grecia (3,2), Spagna (5,2), Francia (4,7), Italia (5,8), Lituania (6,0), Malta (5,5), Portogallo (3,4), Slovenia (4,7) e Slovacchia (4,1). Secondo la Commissione, un ritiro "prematuro" degli stimoli potrebbe minare la ripresa economica, ma al contempo il loro mantenimento per un periodo prolungato "potrebbe portare alla creazione di distorsioni di mercato e barriere all'uscita delle imprese non sane".