Editoriali
Il mini miracolo italiano
Il pil del 1° trimestre sorprende e spinge il governo a un cambio di marcia
La netta revisione al rialzo del pil del primo trimestre 2021, da una stima di meno 0,4 per cento a un aumento di 0,1, fatta dall’Istat è ovviamente un’ottima notizia anche perché si riferisce a un periodo di semi-lockdown, e si confronta negli stessi tre mesi con il calo di 1,8 punti del pil tedesco. Il dato rafforza la previsione del governo, confermata lunedì dalla Banca d’Italia, che il paese possa crescere a fine anno di oltre il 4 per cento, un record da molti anni certo da rapportare al periodo nero della pandemia. La Borsa sale a sua volta a livelli toccati nel 2008, mentre dall’economia reale vengono buoni segnali dall’export, dai consumi, dal mercato del lavoro. Questo nonostante le esportazioni scontino le incertezze della Germania, e i consumi siano ancora prevalentemente interni, mentre il mercato del lavoro è diviso tra offerta di manodopera specializzata e di personale stagionale turistico e agricolo, e carenza di domanda.
Proprio questo ci offre l’altra faccia della medaglia del mini miracolo. Ed è un problema che si riscontra anche all’estero, specie negli Stati Uniti, dove non c’è il blocco della disoccupazione ma molti preferiscono ancora l’assegno pubblico a offerte allettanti. Nella Relazione annuale il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha detto due cose: il paese non può vivere eternamente di sussidi, il che è piaciuto al presidente di Confindustria Carlo Bonomi, e dunque il blocco dei licenziamenti che scade il 30 giugno va almeno sostituito con incentivi alla produttività e per i giovani assunti; e, due, in Italia ci sono ancora troppe aziende improduttive e miniaturizzate che rischiano di perdere il treno ad alta velocità dei fondi europei. La politica si sta per motivi di consenso focalizzando sui licenziamenti, con Salvini quasi in linea con la Cgil, forse un amarcord della politica assistenziale del governo gialloverde. Sarebbe meglio, partiti, sindacati e imprese, salutare il ritorno alla crescita guardando al domani: si può crescere di più e meglio.