Chi è Chiara Mosca, la nuova commissaria Consob scelta da Draghi
Giurista bocconiana, sostituisce Anna Genovese alla scadenza del suo mandato. Niente vacatio: visti i precedenti, non era scontato. Atteso per oggi il decreto di nomina
Autonomia, poco clamore e soprattutto rapidità nelle scelte: la nomina di Chiara Mosca come prossimo commissario della Consob conferma il metodo che Mario Draghi ha già messo in campo nelle nomine decise finora.
Chiara Mosca ha un profilo tecnico. Classe ’72, unisce competenze economiche e giuridiche. Dopo la laurea nel 1997 in economia alla Bocconi, si trasferisce in Inghilterra per un master alla London School of Economics. Nel 2003 consegue il dottorato in diritto commerciale presso l’Università Cattolica di Milano con una tesi sulle opa, le offerte pubbliche di acquisto, sua grande passione. Da lì intraprende la carriera accademica a cui affianca, dal 2013 al 2015, un incarico all’Esma, la Consob europea. Oggi è professoressa associata alla Bocconi e consigliera di amministrazione (si è dimessa il 12 luglio dal board di SeSa spa). Una teorica, ma con un approccio molto pragmatico: “Credo che gli studi empirici siano fondamentali per valutare l’efficacia degli strumenti di politica legislativa”, ha dichiarato ieri durante l’audizione alla Commissione Finanze della Camera.
L’audizione è stata l’occasione per fare il punto con i deputati sulle sfide che attendono Consob, come il futuro di Borsa Italiana dopo l’acquisizione da parte di Euronext. “È auspicabile che Borsa Italiana mantenga centralità e autonomia nel mercato italiano”, ha dichiarato Mosca. Un altro tema è quello delle piccole e medie imprese che “non devono aver paura di andare sul mercato dei capitali” e in particolare su Aim, la piattaforma semplificata per la quotazione delle piccole e medie imprese.
La sua nomina, come detto, non è stata scontata per la rapidità dei tempi. Il premier ha proposto il suo nome quasi un mese prima della scadenza di Anna Genovese, commissario uscente, prevista a metà luglio dopo un mandato settennale. Sembrerebbe normale che chi esca venga immediatamente sostituito, ma non è così. Nel 2010, Giuseppe Vegas fu nominato sei mesi dopo la fine del mandato di Lamberto Cardia. Dopo Vegas servirono cinque mesi per arrivare a Mario Nava, nel 2018. Quest’ultimo si dimise - non senza polemiche - pochi mesi dopo, a causa delle pressioni di Lega e Movimento 5 Stelle che avevano espresso dubbi sulla sua indipendenza per via di un rapporto ancora in corso con la Commissione Europea. Lo zelo impiegato per chiederne la testa non fu replicato nella ricerca di un successore. Paolo Savona, infatti, fu nominato solo sei mesi dopo.
La nomina di Chiara Mosca rappresenta quindi, anche per i tempi, un significativo cambio di marcia. Avere un’autorità di controllo dei mercati al completo è importante, specie ora che si prospetta una fase di ripartenza dell’economia. Il rilancio del paese è una sfida troppo delicata per perdersi dietro a balletti e giochi politici.