Per molti papà e molte mamme, la parola "Fortnite" è spesso l’evocazione di un piccolo incubo che coincide con l’immagine inquietante dei propri figli accucciati con la schiena gobba su una sedia della loro camera da letto mentre usano la consolle per avventurarsi in sentieri che per i genitori sono per lo più sconosciuti: modalità creativa, battaglia reale, punti esperienza, salva il mondo. Molti genitori, in questi mesi, specie nelle ore più buie della pandemia, quando i videogiochi hanno rappresentato per molti bambini l’unica scappatoia possibile dai piccoli e grandi lockdown, hanno cercato senza successo di capire qualcosa in più dei loro figli provando a spiare le interminabili partite a “Fortnite” (che per chi non lo sapesse “Fortnite” è un geniale videogioco di guerra che ha all’attivo 180 milioni di utenti iscritti in giro per il mondo).
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