Non sarà la dieta di carboidrati di Matteo Salvini a far ridurre il consumo nazionale di pasta, che si attesta su 23-24 chili annui a persona, secondo gli ultimi dati di Unionfood (al secondo posto nel mondo, a netta distanza, c’è la Tunisia con 17 chili pro capite). Ma gli italiani potrebbero presto fare i conti con prezzi decisamente più alti di penne e spaghetti in un contesto di calo mondiale della produzione di grano duro. La stangata arriverà già a Natale, come ha anticipato uno dei più grandi produttori italiani, La Molisana, al Sole 24 Ore. Così, non ci saranno solo i rincari dell’energia a spingere verso l’alto il livello dei prezzi al consumo: l’Italia rischia l’inflazione da carboidrati. E come spesso succede quando si tratta di materie prime, serpeggia il timore di speculazioni e di aumenti pilotati dei prezzi da parte dei produttori, che, però, in questo caso non sembrano giustificati dai fatti.
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