Bollette, il Cdm approva il decreto. Tre miliardi per contenere gli aumenti
Eliminati gli oneri di sistema per tutto il trimestre ed esteso il bonus sociale per luce e gas. Impatti su 6 milioni di imprese e 5,5 milioni di utenze. Draghi: "Con il gas l'Ue rafforzi il suo potere contrattuale come con i vaccini"
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che interviene sul rincaro delle bollette di luce e gas del prossimo trimestre con uno stanziamento di poco più di 3 miliardi. Le nuove misure intervengono a vantaggio delle famiglie che beneficiano del “bonus energia” e del "bonus gas" con l'obiettivo di azzerare gli effetti dell'aumento grazie a uno stanziamento di 450 milioni. Si tratta di circa 3 milioni di nuclei per l'energia e di 2,5 milioni per il gas. Oltre agli interventi mirati per le persone economicamente più fragili, il governo è intervenuto anche sull'Iva e sugli oneri di sistema.
Altri 480 milioni sono infatti orientati alla riduzione dell'Iva al 5 per cento, mentre oggi, a seconda del consumo l'aliquota è fissata al 10 o al 22 per cento.
L'intervento più sostanzioso è quello relativo agli oneri di sistema, gli addebiti in bolletta che finanziano alcune voci come i costi dello smantellamento delle centrali nucleari e gli incentivi alle fonti di energia rinnovabili, e pesano poco più del 10 per cento sul totale delle bollette di luce e gas. Per azzerare queste aliquote in governo ha stanziato 2 miliardi di euro, coprendo così i costi del trimestre per circa 6 milioni di piccolissime e piccole imprese con utenza in bassa tensione e per le famiglie.
Il piano del governo era stato anticipato dal presidente del Consiglio Mario Draghi oggi all'assemblea annuale di Confindustria. "Abbiamo deciso di eliminare per l’ultimo trimestre dell’anno gli oneri di sistema del gas per tutti, e quelli dell’elettricità per le famiglie e le piccole imprese", ha detto, sottolineando la portata sociale dell'estensione del bonus, che ha l'obiettivo di "proteggere soprattutto le fasce meno abbienti". Nel complesso, aveva anticipato il premier, si tratta di misure che superano i 3 miliardi, più del doppio di quanto stanziato a giugno scorso.
Senza l'intervento del governo, come noto, l'aumento delle bollette sarebbe stato del 40 per cento per l'elettricità e del 30 per cento per il gas. Rincari che oltre a pesare sulle tasche delle famiglie avrebbero avuto anche importanti impatti sulla competitività delle imprese, soprattutto quelle energivore. Ora, per sapere in che misura queste risorse saranno in grado di limitare gli aumenti bisognerà aspettare il comunicato con cui l'Autorità per l'energia comunicherà le nuove tariffe per il prossimo trimestre.
Come ha detto oggi Draghi agli industriali, alle misure nazionali dovranno essere affiancati interventi europei, che sono attualmente al vaglio di Bruxelles. L'obiettivo è "diversificare le forniture di energia e rafforzare il potere contrattuale dei paesi acquirenti", ha detto il premier. "E' un ipotesi ventilata l'altro ieri al vertice di Atene dalla presidente della Commissione europea. Abbiamo dimostrato di avere un potere come acquirenti nella vicenda dei vaccini. Perché non pensiamo a fare qualcosa di questo tipo sul fronte dell'approvvigionamento del gas naturale o di altre materie prime? E' un'idea che trovo molto interessante e che esploreremo con la Commissione".
Draghi si è poi soffermato sull'incremento dei prezzi delle altre materie prime. "Per le imprese sono particolarmente importanti i rincari sui materiali da costruzione, sul gas e sull’energia, e i problemi di approvvigionamento dei semiconduttori. Il governo è impegnato a trovare soluzioni immediate a questi problemi, e a disegnare strategie di lungo periodo per ridurre le nostre vulnerabilità", ha detto, ricordando il provvedimento approvato in estate per arginare i rincari e per aiutare le imprese di costruzione impegnate in opere pubbliche.