Revisione del Patto di Stabilità e no a una nuova Quota 100 sono i due non detti del documento che rivelano la linea del governo. La politica fiscale di Draghi dipende così da due trattative, una in Europa con la Germania e l’altra in Italia con sindacati e Lega
La Nadef presentata dal governo è pervasa da un giustificato ottimismo. Il pil cresce più del previsto (6% anziché 4,5%) e, di conseguenza, il deficit è inferiore alle attese (9,4% anziché 11,8%) e il debito scende più velocemente rispetto a quanto preventivato nel Def di aprile (153,5% anziché 159,8%). Il miglior quadro macroeconomico – dovuto all’andamento dell’epidemia, al successo della campagna vaccinale e al clima di fiducia – consentirà con la legge di Bilancio di avere una politica fiscale espansiva di oltre un punto di pil (circa 20 miliardi). La manovra avrà nel 2022 un impatto sulla crescita di mezzo punto di pil aggiuntivo (4,7% anziché 4,2%). Questi, in sintesi, i numeri della Nadef esposti dal premier Mario Draghi e dal ministro dell’Economia Daniele Franco. Ma il documento rivela anche due indirizzi del governo nascosti, o quantomeno non esplicitati, uno di politica europea e l’altro di politica interna.
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