Tra luci e ombre
L'anno boom per le big degli advisor mostra un problema di Mediobanca
Kpmg, Deloitte, Ey e Pwc chiudono un 2021 sugli scudi (+7 per cento di introito lordo sull'anno precedente). Merito della transizione post-Covid, anche se dalla Germania all'Italia le ultime vicende spingono alla prudenza
Le “big four”, le quattro grandi delle consulenze e revisione bilanci per le imprese, stanno per chiudere un 2021 da record, con risultati che non si ricordavano dal 2002. Si tratta di Kpmg, Deloitte, Ey e Pwc. Tutte e quattro prevedono un introito annuo lordo di 167,3 miliardi di dollari, in aumento sul 2020 del 7 per cento. Kpmg guida il gruppo, con il 10 per cento di maggiori guadagni, per un totale di 32 miliardi di dollari. Sono appunto le migliori performance dal 2002, l’anno nel quale si concluse la bancarotta di Enron, la multinazionale americana dell’energia il cui scandalo, determinato dai trucchi contabili, affondò anche Arthur Andersen, che ne certificava i bilanci. Oggi Enron è un’azienda di recupero crediti che ha come missione il rimborso dei creditori della vecchia corporate. Mentre lo smembramento di Arthur Andersen verso Kpmg, Ey (Ernst & Young), Deloitte e Pwc (Pricewaterhouse & Coopers) ha contribuito al decollo delle concorrenti su scala globale, rimaste in quattro. La sola Ey nel decennio 2009-2019 ha incrementato il fatturato del 69 per cento. Ora però siamo di fronte a un’accelerazione che secondo gli esperti dipende dai cambiamenti nelle grandi aziende indotti dalla pandemia, dal peso crescente delle autorità regolatorie, dalla svolta green e da altre priorità, comprese le parità di genere e la maggior tutela degli azionisti.
Il Covid c’entra soprattutto per due motivi: il processo di globalizzazione, incluse fusioni e acquisizioni (che a loro volta beneficiano le banche d’affari), ed i sussidi pubblici di governi e banche centrali soggetti a vincoli di governance, transizione verde e digitale. L’acronimo che identifica tutto questo è Esg, cioè Environmental, social and governance. Al di là del possibile eccesso di aspettative agli occhi dell’opinione pubblica e dei mass media, i numeri dicono che la business community sta adeguandosi. Come riporta il Financial Times, la divisione di consulenza di Kpmg – la maggiore del gruppo con base nei Paesi Bassi – ha visto il fatturato aumentare del 17 per cento a 13,7 miliardi di dollari. “I clienti investono massicciamente in fusioni e acquisizioni, nuove tecnologie e cybersecurity” spiega una fonte “ma oltre a questo la transizione ambientale, sociale e di governance, assieme alla maggior domanda di assicurazione contro i rischi di queste priorità, viene vista dall’industria come opportunità di crescita e di business, e non solo come un’incognita e un peso”. Il che ha indotto Kpmg ad investire a sua volta un miliardo e mezzo di dollari nello sviluppo di consulenze Emg.
Eppure le “big four” non hanno la coscienza pulitissima riguardo a varie vicende in giro per il mondo. A fine 2020 il Bundestag ha chiesto ad Ernst & Young di rispondere della revisione dei conti nell’ex gioiello tedesco del tech Wirecard, un buco da due miliardi di euro che ha provocato la bancarotta concordata ed un danno agli azionisti di 22 miliardi. L’indagine, anche penale, si è al momento più rivolta verso le responsabilità dei manager di Wirecard, del governo di allora nonché della Bafin, l’autorità federale di vigilanza equivalente alla Consob. Forse anche per questo a chiedere la bancarotta di Evergrande, il colosso cinese dell’immobiliare del quale sono sbucati 262 miliardi di debiti, è stata un’agenzia di consulenza tedesca, la Dma (Deutsche Marktscreening Agentur). A sua volta vittima del mancato rimborso di obbligazioni Evergrande sottoscritte da Dma. In questo panorama l’italiana Mediobanca da anni ha accelerato la trasformazione da crocevia di partecipazioni azionarie in banca d’affari. La dichiarata vocazione ad essere “boutique” della consulenza (“Puntiamo a relazioni di lungo termine con un numero ristretto e selezionato di imprese”), la dimensione del mercato e forse anche la continua necessità di presidiare il controllo di Generali, ha però fatto sì che sul fronte della consulenza Esg, benché ora figuri tra gli obiettivi, l’ex salotto buono sia per forza di cose in posizione e ricavi frazionali. I team di consulenza finanziaria alle imprese di Mediobanca puntano a stabilire una relazione di lungo termine con un numero ristretto e selezionato di imprese nel bilancio trimestrale di giugno. Ma forse non è ancora questa la sua vocazione.