l'intervista
Solo con salari più alti crescerà il lavoro. Parla Paolo Scaroni
“Non vedo clima di protesta. Benefici per tutti se l’economia continuerà a crescere”. L'intervista del Foglio al presidente del Milan ed ex ad di Enel ed Eni
Presidente Paolo Scaroni, lo sciopero generale di Cgil e Uil doveva bloccare l’Italia ma l’Italia non si è bloccata.
“Ho notato un seguito limitato – dice l’ex ad di Enel ed Eni e ora presidente del Milan – poca gente in piazza, del resto nel paese non si avverte un clima protestatario, prevale il desiderio di ripartenza”.
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si è detto “rattristato”.
“Credo che Bonomi abbia capito poco questo sciopero, anche a me i motivi sono rimasti oscuri”.
Legge di Bilancio, riforma Fornero, il nodo pensioni e redditi.
“Non si può chiedere, a un tempo, di ridurre il cuneo fiscale, aumentare le pensioni e abbassare l’età pensionabile. Le tre richieste insieme non stanno in piedi perché la coperta è corta e la vita media si è allungata. Il mondo del lavoro, poi, non è composto soltanto da pensionati e iscritti ai sindacati, esistono anche gli imprenditori, le partite Iva, gli artigiani etc.”.
Quello dei redditi bassi però è un problema reale.
“Viviamo il paradosso di un paese spaccato in due tra i giovani del sud Italia che non lavorano né studiano, e gli imprenditori del nord alla disperata ricerca di manodopera. Del resto, se un’azienda vicentina offre un reddito lordo di millecinquecento euro al mese, un lavoratore come può spostarsi dalla Calabria al Veneto?”.
C’è il tema del cuneo fiscale.
“Mi sembra che il governo Draghi sia consapevole della necessità di intervenire in modo incisivo per ridurre il divario tra il costo del lavoro a carico dell’azienda e i soldi in busta paga. Soltanto con salari più elevati potrà realizzarsi un travaso di competenze dal sud verso il nord, esattamente come negli anni Sessanta”.
Per il leader della Cgil Maurizio Landini siamo all’inizio di una “mobilitazione” che proseguirà nei prossimi mesi.
“Non vedo un clima protestatario nel paese: se l’economia continuerà a crescere, i benefici arriveranno per tutti. Se colmiamo il gap tra sud e nord Italia, le imprese potranno impiegare i nostri giovani al posto di macedoni, serbi e ucraini”.
L’Italia ha reintrodotto il tampone per i cittadini Ue immunizzati: sarà un intralcio per la circolazione della forza lavoro?
“Gli stranieri occupati nell’edilizia, di solito, risiedono stabilmente nel nostro paese. Per gli stagionali, invece, le attività nei campi iniziano in primavera quando il Covid si attenua fin quasi a scomparire”.
Il turismo puntava sulle vacanze natalizie, è arrivata la mazzata.
“In effetti questo settore rischia di subire le conseguenze maggiori. Comprendo la preoccupazione del governo determinato a preservare i risultati raggiunti ma credo che alcune misure andranno corrette. Che senso ha, per esempio, richiedere il tampone a chi arriva da Singapore, un paese quasi Covid-free, i cui turisti sono notoriamente high spender?”.
Il presidente Mario Draghi ha detto che le regole del Patto di stabilità si sono rivelate “inefficaci e anche dannose”, e che non si può immaginare una transizione ecologica e digitale senza il ruolo attivo dello stato. Condivide?
“Credo che non si tornerà indietro. L’obiettivo, per esempio, di un rapporto debito/pil inferiore al 60 per cento non è più applicabile all’indomani della crisi pandemica, pochissimi paesi risulterebbero compliant con vincoli così stringenti. D’altra parte, se l’inflazione ripartisse in tutta Europa come in Germania dove è salita al 6 per cento, non sarebbe pensabile vivere con tassi di interesse prossimi allo zero”.
La transizione ecologica sarà rose e fiori?
“I cittadini non hanno una percezione esatta dei costi ingenti legati all’obiettivo di abbandonare gli idrocarburi. Dobbiamo fronteggiare il cambiamento climatico, certo, ma la transizione sarà incredibilmente disruptive. L’impennata del prezzo del gas, con l’inevitabile impatto sulle bollette, è figlia della transizione ecologica, e siamo ancora ai vagiti di questo processo. A partire dal 2004, anno di nascita delle rinnovabili, il pianeta ha investito 3,4 trilioni di dollari su solare ed eolico che insieme rappresentano il 2 per cento dei nostri consumi”.
Sarà per questi tempi lenti che i politici assumono impegni a venti o trent’anni?
“Questo genere di promesse le osservo sempre con scetticismo, i cittadini però meritano la verità”.
Previsioni sul Quirinale?
“Difficile, anzi impossibile perché le elezioni presidenziali hanno sempre un esito imprevisto. Sette anni or sono, non avrei mai pensato al profilo di Sergio Mattarella. L’Italia è un paese di persone ragionevoli, alla fine faranno la scelta ragionevole”.