L'aula di Montecitorio dove si vota il capo dello Stato (Ansa)

Ipotesi e prospettive

Spread in rialzo, ma il voto per il Quirinale non c'entra (per ora)

Mariarosaria Marchesano

Secondo la banca d'affari americana Bofa il recente allargamento dello scarto tra i titoli “è un fenomeno che precede la ripresa della cronaca politica italiana e probabilmente non è ad essa correlato”. Ma davanti a nuove elezioni o instabilità parlamentare lo scenario potrebbe peggiorare 

Nei giorni in cui sono cominciate le votazioni per il nuovo presidente della Repubblica, molti occhi sono puntati sul termometro dello spread che misura il rischio Italia sui mercati finanziari internazionali (ieri il differenziale Btp-Bund ha chiuso in rialzo a 141 punti base in una giornata nera per tutte le Borse europee, con Piazza Affari che ha fatto meno 4 per cento). Al tema ha dedicato un’ampia ricerca la banca d’affari americana Bofa, che in passato non è certo stata tenera con l’Italia e i suoi titoli di stato che considera, insieme a quelli della Grecia, come l’anello debole della catena europea del debito pubblico.

 

Ebbene, secondo Bofa il recente allargamento dello spread “è un fenomeno che precede la ripresa della cronaca politica italiana e probabilmente non è ad essa correlato”. La previsione è che arriverà almeno a 150 punti base nel 2022, ma questo riprezzamento è dovuto ad altri fattori come il calo degli acquisti della Bce e la minor domanda privata. “Non pensiamo che i mercati stiano scontando un premio di rischio significativo legato all’imminente elezione del presidente della Repubblica”, dice lapidaria Bofa, che si aspetta un risultato che sia in qualche modo favorevole al mercato. Certo, osservando la “rumorosa” politica italiana, esiste un “rischio di colpo di coda dei Btp” ma è legato a un cambio di governo e a elezioni anticipate se non si trovasse una maggioranza alternativa. Sebbene si tratti di un evento con bassa probabilità, non si può escludere che nuove elezioni potrebbero aprire la strada a un ritorno di politiche populiste dannose per la sostenibilità del debito. In questo caso lo spread potrebbe spingersi anche oltre 200 punti base nel breve termine. Ma anche in una simile eventualità “è improbabile che la nuova maggioranza adotti politiche che si avvicinino a quelle del governo del 2018, con una presa di posizione molto aggressiva nei confronti della Commissione europea e con pensieri sulla ridenominazione della valuta”. 

 

La banca d’affari statunitense osserva che “la diffusione della pandemia ha generato un nuovo senso di identità europea e una rinnovata unità. L’Italia è un beneficiario chiave del programma di ripresa dell’Unione europea e dopo molti anni di restrizioni di bilancio, il paese è destinato a rilanciare la crescita economica e ad accendere gli investimenti. La saga infinita della politica italiana può ancora creare volatilità, ma in fondo crediamo che il dibattito su Italexit sia ormai definitivamente risolto”. Quello che conta per Bofa è l’aumentato sostegno fiscale all’economia e l’avvio delle riforme strutturali che porteranno l’Italia a una crescita del 4 per cento nel 2022, secondo le sue ultime previsioni. “Il pil reale dovrebbe tornare a livelli pre Covid all’inizio di quest’anno, al contrario della Spagna che, a causa di un più timido sostegno fiscale, rallenterà. L’Italia è probabilmente, dopo il cambio di governo, il paese europeo che ha schierato la migliore risposta di politica economica alla pandemia”. 

 

Tuttavia, le tensioni politiche sono sempre dietro l’angolo. Perciò, cosa c’è da spettarsi? Bofa disegna tre possibili scenari. Quello più probabile è che Draghi resti presidente del Consiglio e che un candidato di compromesso salga al Colle (o lo stesso Mattarella venga rieletto). Questo risultato massimizzerebbe le probabilità di successo del dibattito europeo sulle regole di bilancio perché Draghi sarebbe seduto al tavolo delle trattative. Il secondo scenario è che Draghi diventi capo dello stato. Il governo di coalizione potrebbe ancora continuare sotto la guida di un nuovo primo ministro, anche se è improbabile che alcuni partiti lo sostengano rendendolo così più fragile. “Questo scenario non sarebbe necessariamente ostile al mercato, ma sarebbe intrinsecamente più preoccupante perché potrebbero entrare in gioco elezioni anticipate e instabilità politica”. La terza ipotesi è quella che i mercati ritengono più pericolosa: dallo scrutinio segreto esce a sorpresa un nome molto divisivo, provocando scompiglio nella grande coalizione e portando a elezioni anticipate, e a instabilità politica che interferirebbe sia con l’attuazione del programma Next Generation Eu, sia con la discussione delle regole di bilancio europee. A quel punto, avverte Bofa, i Btp tornerebbero nel mirino.
 

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