previsioni d'inverno
La Commissione europea scommette sul rientro dell'inflazione
Secondo le stime di Gentiloni, la ripresa della zona euro continua. Dopo il rimbalzo record del 2021, l'Italia crescerà del 4,1 per cento nel 2022. Ma ci sono rischi
Bruxelles. L'economia della zona euro continuerà a crescere in modo robusto quest'anno, con un più 4,0 per cento di pil, secondo le previsioni economiche d'inverno pubblicate dalla Commissione europea. Anche se le stime sono leggermente inferiori a quelle dello scorso novembre – 0,3 punti di crescita in meno per la zona euro – la ripresa continua. Tuttavia, per una volta l'indicatore che conta di più non è quello del pil. A pesare maggiormente nel dibattito sulle prospettive per l'Europa, questa volta è la previsione sull'inflazione. L'andamento dei prezzi per i prossimi due anni è destinato a influenzare il dibattito dentro la Banca centrale europea sulle prossime scelte di politica monetaria. La pressione dentro il consiglio dei governatori per chiudere i rubinetti degli stimoli e alzare rapidamente i tassi sta crescendo.
Secondo la Commissione, nell'area euro l'inflazione salirà al 3,5 per cento nel 2022. E' previsto un picco del 4,8 per cento nel primo trimestre dell'anno, prima che l'aumento dei prezzi si stabilizzi al 3 per cento nei due trimestri successivi e scenda al 2,1 per cento negli ultimi tre mesi dell'anno. Ma quello che conta per le prossime mosse della Bce è il 2023: "L'orizzonte di proiezione", come dice spesso Christine Lagarde in conferenza stampa per spiegare che, prima di dare una stretta monetaria significativa, la stima sull'aumento dei prezzi deve essere al 2 per cento anche negli anni successivi a quello in corso. Secondo la Commissione, il prossimo anno l'inflazione tornerà "sotto l'obiettivo del 2 per cento della Bce". La stima sull'aumento dei prezzi nell'area euro per il 2023 è del 1,7 per cento. L'indicazione di Bruxelles a Francoforte è di andarci molto piano nella prossima riunione del consiglio dei governatori della Bce di marzo.
Sulle prospettive per la crescita, la Commissione è meno ottimista che in autunno, ma rimane convinta che la ripresa sia forte. Il pil nell'area euro dovrebbe crescere del 4,0 per cento quest'anno (contro il 4,3 per cento della stima di novembre) e del 2,7 per cento il prossimo (contro il 2,4 per cento). Per l'Ue a 27 la stima di crescita è del 4,0 per cento nel 2002 e del 2,8 per cento nel 2023. "L'Ue nel suo complesso ha raggiunto i suoi livelli di pil pre-pandemia nel terzo trimestre del 2021", spiega la Commissione: "Tutti gli stati membri dovrebbero aver superato questo traguardo entro la fine del 2022". Il rallentamento è stato provocato da "venti contrari": nuova ondata Covid dovuta alla variante Omicron, prezzi dell'energia elevati e colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento. Sulla produzione continueranno a pesare le penurie di semiconduttori e di alcune matterie prime, oltre ai costi dell'energia. Ma "guardando oltre le turbolenze di breve periodo, i fondamentali che sono alla base di questa fase espansiva continuano a essere forti", dice il documento della Commissione. Tuttavia "incertezza e rischi rimangono alti", ha avvertito il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. Oltre alla pandemia, i problemi nelle catene di approvvigionamento potrebbero durare più a lungo del previsto, così come l'inflazione potrebbe rivelarsi più alta. Senza dimenticare il pericolo di un conflitto in Ucraina: "I rischi per le previsioni di crescita e inflazione sono decisamente aggravati dalle tensioni geopolitiche nell'Europa orientale", dice la Commissione.
L'Italia segue lo stesso andamento, anche se continua a far meglio della media della zona euro. Dopo il rimbalzo record del 2021 (più 6,5 per cento contro la media del 5,3 per cento della zona euro), il pil dovrebbe crescere del 4,1 per cento nel 2022. Secondo la Commissione, sulle prospettive di breve periodo pesano i colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento, l'aumento dei prezzi dell'energia e la conseguente erosione del potere d'acquisto. Ma l'alto tasso di vaccinazione permette all'Italia di evitare ulteriori restrizioni sanitarie e dunque una contrazione nei primi mesi dell'anno. La crescita tornerà a essere più forte nel secondo trimestre e continuerà la sua espansione per tutta la seconda metà dell'anno, anche grazie alla spesa dei consumatori e all'aumento degli investimenti con il piano di Recovery finanziato dall'Ue. Per il 2023, la stima della crescita italiana della Commissione è leggermente inferiore alla zona euro, ma comunque di gran lunga superiore agli anni pre-pandemia: 2,3 per cento contro il 2,7 per cento. Quanto all'inflazione, in Italia dovrebbe salire al 3,8 per cento quest'anno, prima di ricadere al 1,6 per cento il prossimo.
tra debito e crescita