Il Pnrr è un asset contro la burocrazia

Poste italiane, come ha annunciato il suo condirettore generale Giuseppe Lasco, ha spiegato come vuole  essere parte del Piano nazionale di riforme. C’è un grande affollarsi intorno al Pnrr e ai finanziamenti connessi, però il programma esposto va al di là dei cronoprogrammi dell’attualità: portare nella rete di uffici postali, rinnovati, gran parte dei servizi ora elargiti, spesso male e in esclusiva, dalla Pubblica amministrazione; e utilizzare immobili di proprietà per offrire, in nome della circolarità del lavoro, spazi in affitto a studenti, professionisti, startup.

Sull’utilità e l’urgenza di connettere innovazione, servizi digitali a essa necessari e Pa spesso in ritardo o non dialogante al proprio interno, basta pensare alle app che hanno rivoluzionato i rapporti tra persone, imprese e burocrazia: la Pec (posta elettronica cerificata), lo Spid (sistema pubblico per l’identità digitale), Io (canale di collegamento per imposte, informazioni e per ricevere in automatico il green pass), PagoPa (pagamento di tributi e utenze private). Spesso ci lamentiamo a ragione di alcuni passaggi macchinosi o da perfezionare: a Io per esempio si può accedere con lo Spid che richiede aggiornamenti periodici. Ma ricordiamo quando nulla di tutto questo era gestibile da uno smartphone o da un pc: attese interminabili, centralini intasati, tempi biblici per le prenotazioni. Durante la pandemia gran parte della popolazione si è resa conto di quanto questa prima ondata di digitalizzazione quasi sempre gratuita (lo Spid è un piccolo business anche privato) abbia semplificato la vita. Anche perché gli uffici fisici erano, e spesso restano, chiusi o inattivi per smart working o altro.

Certo, un limite c’è: una sorta di digital divide generazionale che esclude spesso i più anziani, o geografico, nelle aree ancora non coperte dalla rete e quindi dai servizi. Ma se volete esempi di come il digitale stia sburocratizzando una Pubblica amministrazione che appariva una specie di fortezza Bastiani, ne abbiamo in ogni momento nel nostro cellulare.