"Sanzioni alla Russia? Una via percorribile, ma possono diventare un boomerang". Parla il vice di Salvini
Lorenzo Fontana al Foglio: "E' già successo che, colpendo Mosca, si danneggiasse in realtà l'economia italiana. Draghi faccia valere il nostro punto di vista in Europa". Le dichiarazioni del responsabile Esteri del Carroccio
Sanzioni sì, ma con juicio. "Anche perché potrebbero rivelarsi più un dannoper l'economia italiana, che non per la Russia". Alla fine il silenzio ambiguo, e forse un poco imbarazzato, della Lega, è lui che s'incarica di interromperlo. E del resto Lorenzo Fontana, vicesegrtario della Lega, già ministro nel governo gialloverde, eurodeputato storico e grande sherpa europeo di Matteo Salvini, è il più titolato a farlo. E' lui il responsabile Esteri del Carroccio. E dunque ci sta che sia lui a indicare la linea del suo partito sulla crisi russa. Come dovrebbe reaire, l'Europa? E come dovrebbe muoversi, l'Italia? "Le sanzioni sono una via percorribile", dice allora Fontana, parlando col Foglio, "occorre però, da parte del nostro governo, molta attenzione affinché queste non diventino un boomerang per la nostra economia, come accaduto in passato, piuttosto che un problema per la Russia". Eccola, dunque, la tradizionale cautela del Carroccio nei riguardi di Mosca: una posizione che ha portato Salvini a chiedere più volte il disgelo diplomatico e commerciale dopo l'annessione della Crimea nel 2014. "Pertanto serve, sulle sanzioni, una concertazione a livello europeo", prosegue Fontana, "facendo valere il nostro punto di vista, e continuare a lavorare parallelamente affinché prevalgano la diplomazia e la pace".