"Una pietra miliare"
Più pagamenti digitali è possibile? Dietro l'accordo tra Poste e la ex Lottomatica
Svolta hi-tech con l’ingresso in forze nel mercato dei pagamenti digitali decentrati. La mossa di Del Fante
Mai come oggi la frontiera digitale è strategica, così l’ad di Poste italiane (azienda quotata con il 60 per cento del Tesoro) annuncia l’acquisizione del 100 per cento di Lis holding da International game technology per 0,7 miliardi. Operazione autofinanziata che garantisce una rete di 54 mila punti vendita con servizi di pagamento dei bollettini, carte prepagate, ricariche di telefonia, voucher ed altre soluzioni per esercenti ed imprese. Si tratta della ex Lottomatica mentre Igt è di proprietà De Agostini. Ha una piattaforma digitale proprietaria con economie di scala, tecnologie e competenze. Nel 2021 ha generato un fatturato di circa 228 milioni ed un margine operativo lordo di circa 40 milioni. Nel nuovo piano industriale di Poste c’è una rivoluzione hi-tech con l’ingresso in forze nel mercato dei pagamenti digitali decentrati, mentre per gli uffici tradizionali è prevista la trasformazioni in centri multiservizi: quelli tradizionali di corrispondenza e finanza, desk riservati alle pratiche delle piccole e medie imprese ed anche spazi per il coworking, gli uffici prenotabili a rotazione.
Ma l’operazione consolida anche la crescita di PostePay nei pagamenti di prossimità in una strategia definita “omnicanale”. Secondo Del Fante si tratta di “una pietra miliare del percorso finalizzato a creare servizi integrati per tutti i nostri clienti, con l’obiettivo di accelerare la transizione verso i pagamenti elettronici e di aumentare il valore per gli azionisti”. Al di là della logica degli annunci aziendali è un effetto concreto della svolta digitale chiesta anche dall’Unione europea. Per un’azienda radicata nell’immaginario popolare, con 160 anni di storia e una rete di 12.800 uffici e 122 mila dipendenti, ma in passato associata a pratiche vecchiotte, è l’ulteriore evoluzione di una trasformazione avviata nel 1998 da Corrado Passera. Allora le Poste rischiavano la liquidazione, oggi contribuiscono al Pil per 12,2 miliardi. I prossimi passi previsti sono l’integrazione con le telecomunicazioni ed i servizi energetici; sempre all’insegna del digitale.