L'intervista
Bpm e gli altri. L'Italia torna attrattiva? Parla Monticini (Cattolica)
Scenari di guerra e inflazione non fermano le grandi manovre, anzi, semmai le intensificano. "Il cambio di percezione che c’è stato grazie al governo Draghi ha reso il paese più attraente per gli investitori” spiega Monticini al Foglio
Milano. Prima l’interesse massiccio dei fondi di private equity per Telecom, poi il miliardario spagnolo Florentino Perez che punta su Atlantia del gruppo Benetton e, infine, l’ingresso della banca francese Crédit Agricole in Banco Bpm con una partecipazione appena sotto il 10 per cento. C’è un fermento d’altri tempi nella finanza italiana con prospettive ghiotte anche per la Borsa tra possibili opa e contro-opa considerando che per queste società e banche non mancano altri pretendenti e i loro stessi azionisti non se ne staranno con le mani in mano. Scenari di guerra e inflazione non fermano le grandi manovre, anzi, semmai le intensificano perché come spiega al Foglio Andrea Monticini, economista dell’Università Cattolica, “il momento è ora perché c’è tanta liquidità in circolazione e con le prospettive di aumento dei tassi d’interesse gli investitori finanziari stanno accelerando la ricerca di nuove opportunità di rendimento”. Ma questo è solo un aspetto tecnico perché la vera ragione di tutto questo gran fermento è, per Monticini, “la ritrovata credibilità dell’Italia e la sua maggiore integrazione in Europa che hanno molto ridimensionato il rischio paese nelle valutazioni degli investitori esteri”.
A ben guardare, infatti, è la presenza di operatori finanziari stranieri a rinverdire dossier che sembravano congelati. L’offensiva del patron del Real Madrid sulle attività autostradali di Atlantia, era stata preannunciata già lo scorso anno ma si sta concretizzando solo ora che General infrastructure partners (Gip), già azionista di Italo), e Brookfield sono disposti a finanziare la Acs di Perez, mentre nella probabile (e costosa) controffensiva i Benetton saranno sostenuti da Blackstone. E sono sempre i fondi (Cvc in primis ma si vocifera anche di Apax) che svolazzano intorno allo spezzatino di Telecom, ora che Kkr starebbe per rinunciare all’offerta per il 100 per cento della società telefonica, cosa che, comunque, non la taglia fuori da altre soluzioni. Anche l’interesse di Crèdit Agricole per la popolare milanese non è proprio una novità, se ne parla almeno da due anni. Ma è adesso che la Banque verte ha sciolto gli indugi, adesso che Unicredit – arrivata ad un passo dal lanciare l’opa su Bpm solo qualche settimana fa – sta serrando i ranghi per metabolizzare l’esposizione in Russia. “Ogni operazione hale sue dinamiche e coglie opportunisticamente l’attimo per concretizzarsi. Ma un risveglio di capitali così simultaneo non è un caso – prosegue Monticini – La mia impressione è che per una serie di ragioni si sia messo in atto un processo di maggior coesione tra paesi europei in cui l’Italia è bene inserita rispetto a qualche anno fa. Il cambio di percezione che c’è stato grazie al governo Draghi ha reso il paese più attraente per gli investitori”.
Eppure, lo scenario attuale non è affatto rassicurante, l’Italia rischia di fare passi indietro nella ripresa economica proprio per il suo pieno appoggio alle sanzioni inflitte alla Russia, l’inflazione continua a correre e Draghi tra un anno probabilmente non ci sarà più. Intanto, la Banca d’Italia prevede un pil in salita al 3 per cento nel 2022 nella migliore delle previsioni e a -0,5 per cento nello scenario peggiore. “E’ vero, ma nel frattempo questo governo ha creato condizioni di contesto più favorevoli e si è impegnato a fare riforme cruciali che produrranno effetti positivi nel lungo periodo e il tipo di investitore che si sta affacciando in questo momento in Italia si muove con un orizzonte di almeno cinque-dieci anni. Per quanto riguarda l’inflazione, diciamolo: è preoccupante per certi aspetti ma è favorevole ai governi perché indirettamente rende più sostenibile il debito pubblico”. Tra meno di un anno ci saranno le elezioni. Continuerà questa percezione positiva del paese? “Secondo me, si, gli investitori stanno scommettendo sul fatto che, superata questa fase di difficoltà, dovuta peraltro a fattori esterni, l’Italia si metterà a crescere e questa valutazione va anche oltre l’orizzonte elettorale”. Insomma, un’Italia più europea diventa più stimolante anche per scalate, opa e battaglie per il controllo di banche e società strategiche, come Atlantia, su cui, però, proprio il governo potrebbe esercitare la golden rule per il fatto che controlla Aeroporti di Roma. “L’unica partita che non mi sentirei di leggere con questa chiave è quella per il controllo delle Generali perché risente di dinamiche molto domestiche, ma non va dimenticato che anche qui gli investitori esteri avranno un peso sull’esito finale”.