evasione lagunare
L'obbligo di Pos manda in tilt i gondolieri di Venezia
Dal 30 giugno anche i gondolieri dovranno munirsi di dispositivi elettronici di pagamento. “Speriamo non ci cadano in acqua”, o scatta la sanzione. È la fine di un paradiso fiscale autorizzato?
Rialto, pomeriggio qualunque. Di denso caos come una volta: parate di selfie, camminare impossibile, turisti a frotte con cedimento a riva. Roba loro, anfitrioni di laguna: “Avanti, siori, gondola?”. Sì, ma pagobancomat. E tac, dai sorrisi al silenzio, sguardi incrociati, poker face di categoria. Un attimo per assimilare. Poi: “Certo. Che problema c’è?”. Su dai, oggi era la prova generale. Ma dal prossimo 30 giugno si fa sul serio: obbligo di Pos, di accettare pagamenti elettronici, per tutti gli esercenti e professionisti. Anche a bordo, anche per i "pope", senza eccezione alcuna. Pena una sanzione di 30 euro con maggiorazione del 4 per cento della transazione non accettata. “La lotta all’evasione è sacrosanta”, ha subito dichiarato Andrea Balbi, presidente dell’Associazione gondolieri, all’indomani del nuovo decreto Pnrr approvato dal Consiglio dei ministri. “Ma non ci aspettavamo tempi così stretti, nel nostro caso ci sono oggettive difficoltà logistiche”. E ci dispiace per gli altri.
È una questione di vecchia data. Che un po’ si vocifera, un po’ si sa: il mestiere più romantico del mondo poggia su un paradiso fiscale autorizzato. Secondo un decreto ministeriale del 1994, “le prestazioni rese dai gondolieri della Laguna di Venezia sono esonerate dall’obbligo generalizzato di certificazione a mezzo ricevuta o scontrino”. E le relative imposte vengono versate attraverso gli studi di settore. Con qualche intoppo qua e là: negli anni Duemila fecero scandalo le dichiarazioni dei redditi di una quindicina di gondolieri che secondo la Guardia di Finanza corrispondevano a meno della metà delle cifre supposte – 304mila anziché 692mila euro; da allora si predispose l’innalzamento dell’imponibile per tutti. Poi fu la volta dei casi di evasione sui passaggi di licenze. “Furbetti che infamano la nostra categoria”, dicono i custodi del remo. Casta privilegiata, insieme a tassisti e motoscafisti, mormora il resto della città.
Sono gli stessi gondolieri a puntare il dito. “Voi giornalisti quando avete qualcosa da vendere non fate che tirarci in ballo: è così che si instaura un’opinione pubblica ostile”. Ultimo venne il Pos. Ma aggrapparsi all’umidità, all’acqua, al rollio della gondola che manderebbe in tilt i pagamenti elettronici: davvero non è apologia di contante? C’è chi nega. Anzi tutti. “Posso capire le parole di Balbi”, spiegano da uno dei traghetti di Canal grande, in anonimato, “ma è come nascondersi dietro un dito. Certo dovremo avere cura di mantenere la macchinetta sotto la prua. Stare attenti che non cada in rio. E introdurre qualche collega più anziano all’uso della tecnologia. Ma alla fine, oltre a forcola e divisa, il gondoliere del futuro sarà dotato di zainetto impermeabile e power bank per ricaricare il Pos. Molti già ce l’hanno. Questa è la legge, siamo tutti sulla stessa barca”, e se lo dicono loro c’è da fidarsi. Forse. “Non è questione di professione”, sostiene un altro, “ma di tasse. In Italia senza nero non si vive. Noi ormai siamo assimilati a taxi acquei su barche a remi. Solo adesso si ricomincia coi tour nei canali. Siamo fermi da un anno, di ristori ne abbiamo avuti pochi”, tra 2020 e 2021 i circa 600 gondolieri di Venezia hanno registrato il 97 e il 75 per cento in meno degli introiti del 2019 – effettivi o dichiarati, non è dato sapere. “Ma ditemi: avvocati e dentisti emettono fattura?”.
Altri dati. Mentre la settimana scorsa il governo dava il via libera alla nuova manovra antievasione, il ministero dell’Economia pubblicava le ultime rilevazioni sui redditi in Italia: l’anno scorso, solo il 4 per cento dei contribuenti ha dichiarato più di 70mila euro. Perplessità diffusa. Anche per questo si è deciso di anticipare l’entrata in vigore delle sanzioni – originariamente previste dal 1° gennaio 2023 – contro gli inadempienti del Pos. Come funzionerà? In parte saranno previsti dei controlli a tappeto. Ma l’onere graverà soprattutto sul cliente, incaricato di segnalare l’eventuale illecito alle forze dell’ordine. Con tutte le seccature del caso. Più facile allora immaginare la tacita intesa fra chi compra e chi vende. Fra chi monta in gondola e chi voga, come secoli addietro, a ruoli invertiti: si dice che le giovani coppie scivolassero a bordo, tendine accostate, per sfuggire ai pettegolezzi della Serenissima. E il pope, muto. Vuoi vedere che alla fine, a premer sul remo siamo un po’ tutti e un po’ nessuno?