editoriali
Capire le crisette di Amazon e Netflix
Due tonfi paralleli e nuova stagione per il digitale, con più opportunità per tutti
Il titolo Amazon ha perso ieri il 10 per cento, maggior calo dal 2014. Il dato segue il rosso di 3,8 miliardi nel bilancio trimestrale, anch’esso primo da sette anni: vanno male gli investimenti sull’auto elettrica, mentre salgono i costi (flusso di cassa meno 18,6 miliardi annui contro più 26 dell’anno precedente). Il colosso di Jeff Bezos va dunque ad aggiungersi a Netflix, Spotify, Facebook, Twitter che ha ceduto il capitale a Elon Musk.
Che succede all’economia digitale la cui crescita sembrava infinita?
Netflix ha perso su base annua 200 mila abbonati, su 221 milioni e 640 mila. Flessione minima, ma anche qui è la prima volta. C’entra la sospensione del servizio in Russia, con 700 mila iscritti. Molto meno dei 4 milioni in Italia, dei 13 del Regno Unito, dei 67 milioni negli Usa. Eppure l’azienda, come Spotify e Twitter versione Musk, pensa di correre ai ripari modificando il proprio modello. In che modo? Aumentando il prezzo degli abbonamenti (operazione già fatta altre volte) o introducendo la pubblicità. Ma la fortuna di Netflix, che in quasi tutto il mondo ha oscurato la tv generalista, stava proprio nella formula “tutto ciò che vuoi, quando vuoi e senza spot”. Se questa libertà non è più possibile, il rimedio rischia di rivelarsi peggiore del, fin qui modesto, male. Il fatto è che Netflix è il caso classico di contenuti cresciuti forse troppo e da ultimo assai sottostanti al politicamente corretto: ambientazioni e attori di ogni parte del mondo per soddisfare i diversi mercati, bando (per esempio) al fumo, protagonisti sempre più multietnici e multigender. Bene, certo, purché non a discapito della fantasia e appunto della libertà. Lanciare ora una serie di culto come “Mad Men” sarebbe complicato. Quanto ad Amazon, la fine della pandemia e dell’overdose di acquisti online è evidentemente la maggiore causa, assieme al calo dei consumi generato da inflazione e guerra. Il digitale ovviamente non scomparirà: sta però entrando nella crisi della maggiore età. Nella quale probabilmente non ci sarà più spazio per tutti e per tutto.amazon