LA ROTTA UCRAINA SOTTO PRESSIONE
Il gas russo intrappolato nel Donbas: calano i flussi verso l'Ue, in Italia "il sistema è bilanciato"
Il gestore di rete di Kyiv ferma il prelievo di metano da Mosca perché gli impianti sono controllati dai russi. Nel botta e risposta con Gazprom ci vanno di mezzo le forniture europee. Per Snam "la domanda è soddisfatta"
Quasi un terzo del gas russo che ogni giorno arriva in Europa attraverso l'Ucraina stamattina non è stato consegnato. È rimasto intrappolato nella guerra che si combatte a Novopskov, nell'oblast di Luhansk, un villaggio con poco meno di diecimila abitanti e un'importante stazione di compressione che è uno dei punti nevralgici della rete europea del gas. Per l'Italia significa aver ricevuto circa il 35 per cento in meno di gas dal punto di ingresso di Tarvisio, ma il sistema regge grazie ai maggiori flussi che arrivano da Passo Gries, dove si smistano soprattutto le forniture di Norvegia e Paesi Bassi.
Il flusso è stato interrotto per mano del gestore della rete ucraina che ha dichiarato la "forza maggiore" sul gas che entra dal punto di accesso di Sokhranivka. Da quando il paese è stato invaso, diversi impianti sono finiti sotto occupazione russa, ha spiegato l'operatore in una nota. Impossibile "svolgere i controlli operativi e tecnici sul centro di compressione Novopskov", dicono da Kyiv, denunciando anche "interferenze delle forze di occupazione nei processi tecnici e cambiamenti nelle modalità di funzionamento degli impianti", compresi "prelievi non autorizzati" che "hanno messo in pericolo la stabilità e la sicurezza dell'intero sistema di trasporto del gas ucraino".
Dunque stop: da Sokhranivka non verrà prelevato più gas - ne passano fino a 32,6 milioni di metri cubi al giorno, su un totale di circa 110 milioni che dalla Russia importa l'Europa via Ucraina. Per la prima volta dal 24 febbraio, Kyiv compie un gesto che crea tensione sullo scenario energetico, finora dominato dalle azioni - ma soprattutto dalle parole - di Russia e Unione europea.
I mercati non si sono spaventati troppo. Il prezzo del gas sull'indice Ttf ha subito un leggero rialzo prima di tornare a scendere. In Italia il punto di arrivo della rotta ucraina ha subito una riduzione dei flussi di più di un milione di metri cubi l'ora rispetto a ieri: da 2,8 a 1,6 milioni secondo i dati pubblicati sul sito di Snam che fotografano la situazione in tempo reale di tutti i punti di ingresso. La flessione che si registra a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia, è però compensata da un incremento consistente al punto di interconnessione di Passo Gries, in Piemonte, dove arriva il gasdotto Transitgas che è collegato al metano norvegese e olandese.
Non è escluso che una quota dei volumi aggiuntivi importati da Passo Gries siano anche russi: i punti di connessione della rete europea consentono l'arrivo sulla frontiera svizzera anche del Nord stream 2. In generale, la rete italiana del gas fa i conti da settimane con flussi variabili del gas che arriva a Tarvisio e non è facile distinguere le ragioni commerciali da quelle politiche. I numeri mostrano oscillazioni che vanno da 25 milioni fino a 80 milioni di metri cubi al giorno.
"Grazie all'interconnessione delle reti e alle varie fonti di importazione il sistema è bilanciato, la domanda è soddisfatta; proseguono anche le iniezioni di gas in stoccaggio", fa sapere Snam. Con una domanda prevista per oggi di 147 milioni di metri cubi e una previsione sul lato dell'offerta pari a 244 milioni di metri cubi, Snam dovrebbe immettere negli stoccaggi 97 milioni di metri cubi.
Resta incerto quello che succederà nei prossimi giorni. La disputa tra il gestore ucraino e Gazprom resta aperta e riguarda il pagamento dei diritti di transito che la Russia paga all'Ucraina per far viaggiare il gas sul suo territorio. La proposta di Kyiv, che vuole continuare a mantenere il controllo del metano immesso nella rete europea, è di trasferire temporaneamente i volumi da Sokhranivka a Sudzha, da cui passano gli altri due terzi di gas russo in transito dalla rotta ucraina e dove l'esercito russo non è ancora arrivato. Una soluzione adottata già in passato e quindi valida, sostiene Kyiv. Ma per Gazprom è “tecnologicamente impossibile”, secondo quanto ha detto il portavoce della compagnia russa Sergei Kupriyanov all'Associated Press.