energia
Gas russo, Eni avvia l'apertura di due conti (in euro e rubli) presso Gazprombank
L'azienda si preparara a pagare il metano comprato in Russia secondo le richieste di Putin. La procedura "non è incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore", spiega una nota. Contro la modifica unilaterale la compagnia avvierà un arbitrato internazionale
Eni è pronto a pagare il gas di Gazprom così come stabilisce il decreto firmato il 31 marzo da Vladimir Putin. Lo conferma la stessa società spiegando con un comunicato di aver avviato le procedure per aprire due conti correnti denominati K - uno in euro e uno in rubli - presso Gazprombank. La decisione arriva in vista delle imminenti scadenze di pagamento previste nei prossimi giorni. Non avviare questo tipo di procedura avrebbe esposto l'Italia a possibili tagli di forniture di gas, così come successo in Polonia e Bulgaria.
La società, che nella nota spiega nel dettaglio come funzionerà la transazione, fa sapere di muoversi in una cornice coerente con le linee guida pubblicate dalla Commissione europea. Che d'altra parte, come già detto pochi giorni fa anche dal premier Mario Draghi, lasciano una zona grigia che consente effettivamente alle società europee di pagare Gazprom secondo quanto disposto da Putin dopo l'invasione dell'Ucraina, cioè aprendo dei conti presso la banca russa. Anche nell'ultima versione delle linee guida, quelle inviate ieri, non si dice nulla sull'apertura di un conto in rubli lasciando di fatto aperta anche questa possibilità. Eni non è la prima compagnia energetica europea ad aver avviato questa procedura con l'istituto di credito.
Il pagamento non avverrà formalmente in rubli, ma versando in euro l'importo dovuto sul conto russo. E infatti è la stessa Gazprom ad aver inviato nei giorni scorsi la fatturazione nella valuta contrattualmente corretta, come si legge nel comunicato diramato oggi pomeriggio. Sarà poi la Borsa di Mosca a convertire la valuta da euro a rubli entro 48 ore dall'accredito e senza coinvolgere la Banca centrale russa, attualmente sanzionata da Bruxelles. "Eni - si legge nella nota - in linea con le indicazioni della Commissione europea, ha già chiarito da tempo a Gazprom Export che l’adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento all’atto di apertura dei conti K".
Come più volte sottolineato nella nota, la decisione è stata condivisa con le istituzioni italiane ed è in linea con le indicazioni europee. La procedura dovrebbe essere riconosciuta e valida anche per i russi, visto che nella nota si legge che Eni ha avviato l'apertura dei conti "nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export per confermare espressamente l’allocazione a carico di Gazprom Export stessa di ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti".
D'altra parte, non predisporre quanto necessario per completare il pagamento metterebbe Eni in una posizione di insolvenza, con il rischio di vedersi interrompere le forniture. "Un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export imposte alla stessa dalla propria autorità, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture", si legge nella nota.
Nonostante l'avvio di tutte queste procedure, per Eni la richiesta di Mosca resta una "pretesa unilaterale di modifica dei contratti". Per questo la società fa sapere che "avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura". di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi.