La strategia
La normalizzazione secondo la Bce
La banca guidata da Christine Lagarde sta per aumentare i tassi, ma la nuova strategia prevede gradualità, opzionalità e flessibilità: l’incertezza è ancora troppa
Pur vivendo in tempi non normali, dobbiamo gradualmente normalizzare la politica monetaria. Così si possono riassumere le parole con cui Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, ha descritto il compito che spetta alla Bce nei prossimi mesi. Il discorso tenuto oggi da Panetta alla Goethe University di Francoforte è particolarmente importante: si tratta della prima spiegazione pubblica della strategia di “normalizzazione della politica monetaria nell’area euro” introdotta lunedì dalla presidente Lagarde con un post sul blog della Bce.
“La normalizzazione – ha detto Panetta – si verifica quando una banca centrale aggiusta i suoi parametri per cementificare il percorso di inflazione verso l’obiettivo”, che nel caso della Bce equivale al 2 per cento sul medio periodo. Ed è necessario agire in modo graduale, ha aggiunto, perché c’è ancora troppa incertezza: i consumi e gli investimenti non sono tornati ai livelli pre-pandemici e la guerra in un paese confinante con l’Unione Europea ha esacerbato l’inflazione, spingendo a rivedere anche la catena di approvvigionamento. Non ci vuole quindi un intervento netto ma “un graduale ritiro del sostegno economico, cosicché lo stimolo si riduca nel tempo e non scompaia improvvisamente”.
Seguendo questa impostazione, la Bce ha annunciato di voler eseguire solamente un doppio aumento dei tassi d’interesse, a luglio e a settembre, con quest’ultimo che sancirà l’uscita dal territorio dei tassi negativi, che da moltissimi anni caratterizza il contesto bancario europeo. A settembre sarà poi rivalutata la situazione: se l’inflazione sarà ancora elevata verranno definiti altri aumenti, ma l’incertezza attuale non rende possibile programmare con anticipo altri aumenti: “Sarebbe un esercizio futile”.
La normalizzazione avviata dalla Bce è un approccio molto particolare dato il momento economico che sta attraversando l’area euro, in cui l’inflazione è salita oltre il 7 per cento spingendo molti politici europei a chiedere una stretta di politica monetaria. Esso sorprende anche facendo il paragone con la Federal Reserve e la Banca d’Inghilterra. Entrambe hanno già aumentato i tassi più volte ed è scontato che lo facciano di nuovo. La Fed ha lasciato intendere che farà probabilmente altri tre o quattro aumenti, mentre la Banca d’Inghilterra interverrà nuovamente per ridurre un’inflazione stimata al 10 per cento entro fine anno.
Secondo Panetta: “La gradualità è appropriata per calibrare il ritiro degli stimoli poiché è anche necessario ricevere feedback dall’economia stessa per via della natura inedita degli shock che stiamo vivendo e della mancanza di affidabili punti di riferimento”. Procedere per step, inoltre, permette alla Bce di tenere sotto controllo la frammentazione, ovvero il rischio che l’aumento dei tassi causi un appesantimento dei conti pubblici dei paesi più indebitati, portandoli ad essere oggetto di sfiducia o speculazione da parte degli investitori.
La Bce poteva intervenire quindi in modo molto più deciso, programmando anche le sue azioni su intervalli di tempo più ampi. Questo avrebbe molto probabilmente contribuito a ridurre l’inflazione e a guidare le aspettative verso il basso. Ma è stato scelto un approccio più cauto e circoscritto, guidato dai dati e legato anche al modo in cui la Bce interpreta l'aumento dei prezzi. Lagarde ha più volte sottolineato che il motivo sia legato soprattutto a difficoltà sul lato dell’offerta, come la lenta ripresa delle catene di fornitura e gli aumenti del prezzo dell’energia, che rendono meno efficace un intervento di politica monetaria. Per Lagarde i tre pilastri della normalizzazione sono “gradualità, opzionalità e flessibilità”: quest’ultima è una caratteristica che lei ha già dimostrato in parte accentando di anticipare il primo aumento dei tassi a luglio.