Come è noto i leader sindacali sono logorroici. Eppure ieri Pierpaolo Bombardieri e Maurizio Landini hanno opposto il gran rifiuto: avrebbero dovuto parlare dal palco del congresso Cisl e invece non si sono presentati. Il gesto, o se preferite il sacrificio, purtroppo non reca niente di positivo e oltre a introdurre una forte divisione tra le sigle confederali non può che essere interpretato come un siluro preventivo al rilancio di quel patto sociale che la Cisl di Sbarra considera un obiettivo da perseguire senza se e senza ma. L’unità d’azione dei tre sindacati ne risulta minata e con essa diminuisce anche il peso contrattuale di ciascuna delle confederazioni: se uno più uno più uno in teoria può diventare quattro, Bombardieri più Landini fanno tutt’al più uno e mezzo. Avremo tutto il tempo per capire se lo schiaffo del congresso si rivelerà un episodio minore oppure segnerà con la sua teatralità il tramonto definitivo della forza sindacale, la prima conclusione che si può trarre riguarda sicuramente l’incapacità dell’associazionismo di fare argine al populismo.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE