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Assolombarda guarda ai lavoratori di domani. E sull'energia: "Investire subito sul nucleare"

Daniele Bonecchi

Formazione professionale, istruzione, carenza di capitale umano. Il presidente degli industriali lombardi getta un ponte sulle giovani generazioni e mette in guardia dalle conseguenze della crisi energetica: "Rispondere con neutralità"

Ci ha pensato Igor De Biasio, ad di Mind, il laboratorio dell’innovazione di Milano realizzato sull’area che fu di Expo, a riportare il sereno all’assemblea di Assolombarda, dopo le parole puntute del presidente di Confindustria Carlo Bonomi. De Biasio ha spiegato il miracolo della nascita, su di un’area ai confini della città, di un progetto del tutto innovativo di rigenerazione urbana vocata alla ricerca. Un esperimento esportabile, ha detto, offrendo un assist al presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, che ha scelto i toni della “ricostruzione” per disegnare il presente e il futuro degli industriali nati e cresciuti (imprenditorialmente) sotto la Madonnina.

Spada ha gettato un ponte sulle giovani generazioni. “Con l’avvento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come classe dirigente del paese, adesso abbiamo il dovere di pensare, responsabilmente, a quei 5,8 milioni di giovani italiani che oggi hanno tra i 15 e i 24 anni e che nel 2058 avranno tra i 51 e i 60: saranno loro a ripagare i debiti che abbiamo contratto per questo sforzo straordinario. Di questi giovani – ha ricordato Spada – ben un milione si trova in Lombardia e 466.000 tra Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia”. “Alle nuove generazioni dobbiamo consegnare un mondo nuovo, più inclusivo e gratificante dal punto di vista lavorativo. L’Italia, oggi, ha il terzo più elevato tasso di disoccupazione in Europa: oltre l’8,3 per cento contro una media nell’Eurozona del 6,8 per cento. Inoltre, il 20 per cento di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni non studia, non lavora, non si forma. La Lombardia ha una percentuale di Neet più bassa, pari al 17 per cento, ma si tratta comunque di 165.000 giovani che si trovano nella più totale inattività”. 

“Sul tema della formazione, il nostro paese ha un gap con il resto d’Europa. In Italia, infatti, solo il 20 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni possiede una laurea, contro il 33,4 per cento medio dell’Ue e il 62,7 per cento ha almeno un diploma contro il 79 per cento medio dei paesi europei. Questo circolo va spezzato, innanzitutto, sostenendo la formazione tecnica e scientifica. Il progetto che abbiamo proposto al Comune di Milano di dare una sede unica a tutti gli ITS della città va nella direzione di una vera e propria ‘Academy tecnologica’. Un hub che dia ai giovani le competenze tecniche necessarie per soddisfare le proprie ambizioni, rispondendo anche alle esigenze delle imprese. In questo solco, serve davvero lo sforzo di tutti: dal governo alle istituzioni locali, dalle associazioni agli imprenditori”.

Spada ha parlato di una “vera ‘rivoluzione copernicana del lavoro’, per affrontare con decisione il gap di competenze e la carenza di capitale umano”. “Occorre poi una tassazione specifica e più favorevole per i giovani. La nostra proposta è quella di estendere ai neoassunti lo stesso identico modello applicato ai redditi imprenditoriali e professionali inferiori ai 65.000 euro, che vengono assoggettati ad un’imposta del 5 per cento per i primi cinque anni di attività e, successivamente, del 15 per cento”.

Dunque stop alle lacrime e avanti con le proposte concrete. “Ci siamo – ha ricordato il presidente di Assolombarda – per ricostruire la fiducia e la coesione in una situazione così incerta e complicata. Ci siamo per costruire insieme un percorso di sviluppo innovativo e sostenibile. Ci siamo per offrire un contributo di idee”.

Certo non si può dimenticare lo smottamento provocato dalla guerra: “Secondo le nostre stime, la Lombardia rischia di accusare una riduzione della crescita dal 4 al 2,6 per cento. A livello nazionale, quella che stiamo vivendo è la ‘quarta crisi’ negli ultimi 14 anni. ‘Il dovere dei tempi’, tema dell’Assemblea, significa sicuramente fronteggiare al meglio l’emergenza, ma non solo. È l’ultima occasione per fare le riforme. Occorre pensare alle nuove generazioni, quelle che nel 2058 finiranno di pagare i debiti del Next Generation Eu”.

Ma c’è un tema su tutti che appassiona Spada: l’energia, perché non c’è solo l’emergenza caro-gas. “La crisi in Ucraina ha fatto esplodere un problema che in realtà esisteva da tempo: in Italia è sempre mancata una politica energetica. Eravamo avanguardia, oggi invece ci troviamo in balia delle scelte di regimi autocratici, come quello di Mosca”. “Il problema dell’energia tocca, in modo particolare, la Lombardia. Consumiamo oltre il 25 per cento dell’energia elettrica nazionale e circa il 20 per cento del gas naturale. Qui, del resto, c’è il cuore dell’industria italiana e ci sono, inevitabilmente, i maggiori consumi di energia”. “La nostra visione – insiste Spada – parte dal concetto della neutralità tecnologica, aperta quindi a tutte le fonti energetiche pulite e le direttrici sono quattro: sviluppare velocemente nuovi impianti alimentati a fonti rinnovabili per l’autoconsumo; favorire l’efficientamento in chiave energetica dei processi produttivi per ridurre il fabbisogno energetico e le relative emissioni, riducendo anche il costo della spesa energetica, occorre creare comunità energetiche capaci di produrre energia per sé e gli altri consumatori del quartiere, condividendo benefici ambientali, economici e sociali; puntare sull’idrogeno: in tal senso, guardiamo con favore al progetto annunciato da A2A di produrre idrogeno verde in Val Camonica sfruttando l’energia del termovalorizzatore di Brescia. Riteniamo che il cambiamento sul versante dell’energia debba necessariamente partire da qui, dalla Lombardia. È una responsabilità propria del mondo dell’impresa e che riguarda il futuro del nostro paese”.

Ma tutto ciò non basta, “se davvero l’Italia ambisce all’autonomia energetica, il nucleare non può che essere una parte importante del mix di fonti. Quello di nuova generazione sta raggiungendo molto rapidamente uno stadio di sviluppo fino a pochi anni fa impensabile. Ma, in un futuro più prossimo, è opportuno rivalutare anche il nucleare tradizionale. Impianti sicuri, flessibili, di piccole dimensioni e realizzabili in pochi anni. È improcrastinabile parlarne senza preconcetti; il know how lo abbiamo in casa dato che le aziende del nostro territorio offrono servizi per gli impianti all’estero. Il nucleare, insomma, è un’alternativa reale su cui investire fin da subito”. Il presidente di Assolombarda ha chiuso il suo intervento facendo un ultimo appello all’esecutivo, parlando di grandi opere: “Per il Terzo Valico, di cui si è cominciato a parlare negli anni ‘70, le ultime previsioni ci dicono che questa fondamentale infrastruttura sarà pronta solo nel 2025, cioè 29 anni dopo il primo colpo di piccone avvenuto nel 1996”. Tempi biblici per opere essenziali: ecco una delle tante scommesse da vincere, al nord come al sud.

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