In diretta

Fine del Quantitative easing. La Bce aumenta i tassi e annuncia la stretta

A luglio ci sarà un rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base, è la prima volta dal 2011. Probabile un bis a settembre. Lagarde: "Tempistica ed entità dei rialzi terrà conto dell'andamento dei dati macro"

Christine Lagarde ha annunciato che ci sarà, per la prima volta dal 2011, un rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base nella riunione del consiglio direttivo di luglio. L’elevato livello dell’inflazione, che rimarrà alto ancora per qualche tempo, ha imposto questa decisione di politica monetaria. L’obiettivo della Bce è far tornare l’inflazione al 2 per cento nel medio termine (le nuove proiezioni indicano un tasso di incremento dei prezzi annuo del 6,8 per cento nel 2022).


Lagarde ha sottolineato che “l’ingiustificata aggressione dell’Ucraina da parte della Russia continua a gravare sull’economia in Europa e oltre i suoi confini. Si ripercuote sul commercio, causa carenze di materiali e contribuisce alle quotazioni elevate dell’energia e delle materie prime. Per questo il Consiglio direttivo ha deciso di compiere ulteriori passi nella normalizzazione della politica monetaria che si concretizzano nello stop agli acquisti netti di attività nell’ambito del Paa a partire dal primo luglio 2022 e per quanto riguarda il Pepp nel reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024”.
 

Per quanto riguarda il rialzo dei tassi di interesse, Lagarde ha chiarito che “la decisione è arrivata a seguito della valutazione circa le condizioni che, secondo le indicazioni prospettiche della Bce (forward guidance), devono essere soddisfatte. Queste condizioni sono state rispettate e quindi si è proceduto con l’aumento”. Che probabilmente non si fermerà qui: “A settembre ci sarà un probabile nuovo innalzamento dei tassi di 25 punti base. Ciò dipenderà però dall’outlook dell’inflazione, se dovesse peggiorare l’aumento potrebbe essere anche più sostanzioso”.
 

Rispondendo alle domande dei giornalisti, la presidente della Bce ha chiarito: “Questa decisione non arriva come singolo step ma fa parte di un percorso di normalizzazione della politica monetaria che, come Bce, abbiamo intrapreso da dicembre. Non abbiamo agito per seguire la decisione che la Fed ha preso tre mesi fa ma ci basiamo sui dati che osserviamo quotidianamente. La data dependency è uno dei quattro pilastri che guida l’azione della Bce, insieme a flessibilità, gradualità e opzionalità”. Inoltre, continua Lagarde: “L’inflazione che ci troviamo ad affrontare non è più guidata solo dall’aumento dei prezzi dei beni energetici ma anche da un surriscaldamento della domanda. Dovremo stare attenti, nei prossimi mesi, anche agli aumenti degli stipendi che potrebbero portare a una indesiderata spirale salari-prezzi-salari e peggiorare l’outlook inflattivo”.

 

Di più su questi argomenti: