Il G7 trova l'accordo sul "price cap" proposto da Mario Draghi
Nella bozza di conclusione del vertice i leader accolgono la proposta di valutare un tetto sul prezzo del petrolio e del gas russo. Sul primo "i negoziati sono più avanzati", sul gas l'Ue vuole verificare la fattibilità tecnica ma rimangono le resistenze tedesche
Bruxelles. Mario Draghi è riuscito a far rientrare dalla finestra del vertice del G7 la sua proposta di imporre un “price cap” sul gas importato dalla Russia, nonostante le continue resistenze della Germania e di altri stati membri dell'Unione europea. Al Consiglio europeo della scorsa settimana sembrava che tutto dovesse essere rinviato a dopo l'estate. E, invece, il presidente del Consiglio italiano è riuscito a giocare di sponda con l'amministrazione di Joe Biden, interessata soprattutto a un meccanismo per stabilizzare il prezzo del petrolio, che ha portato a un'impennata alla pompa di benzina negli Stati Uniti a pochi mesi dalle elezioni di mid-term. Il risultato è nella bozza di conclusioni del vertice del G7 di Elmau, che il Foglio ha potuto consultare. Due paragrafi sono dedicati ai “price cap” su gas e petrolio russi. “Esploreremo ulteriori misure per impedire alla Russia di approfittare della sua guerra di aggressione”, dice la bozza: “Cercheremo di sviluppare soluzioni che realizzino i nostri obiettivi di ridurre le entrate russe dagli idrocarburi, e sostengano la stabilità nei mercati globali dell'energia, minimizzando al contempo gli impatti economici negativi, in particolare per i paesi a basso e medio reddito”.
Come? Il vertice del G7 – e non era per nulla scontato - “accoglie con favore” la decisione dell'Ue di esplorare la possibilità di “introdurre tetti temporanei sui prezzi delle importazioni” di gas. I leader del G7 hanno dato mandato ai ministri di “valutare la fattibilità e l'efficienza di queste misure con urgenza”. Rimangono resistenze da parte della Germania. L'Ue vuole verificare la fattibilità tecnica. Ma il problema maggiore rimane la paura dei tedeschi e di altri che Putin possa reagire a un price cap sul gas tagliando tutte le forniture. “Se si impone un price cap, non si sa quale sarà la reazione” della Russia: “Questo è un argomento di quelli che sono contro”, spiega al Foglio una fonte che ha partecipato ai negoziati sulle conclusioni del G7. Ma da parte della Germania (e più in generale dell'Ue) ci “sono stati movimenti” nella direzione indicata da Draghi
Quanto al petrolio, la bozza delle conclusioni del vertice del G7 è più precisa. I negoziati su un meccanismo per imporre un tetto al prezzo del petrolio russo sono “più avanzati”, dice la fonte. Secondo il documento, il G7 valuterà “un possibile ampio divieto di tutti i servizi che consentono il trasporto del greggio russo e dei prodotti petroliferi russi via mare a livello globale, a meno che il petrolio sia comprato a un prezzo o al di sotto (di un prezzo) da concordare in consultazione con i partner internazionali”. Tradotto: non potrà essere trasportato o assicurato il petrolio russo venduto al di sopra di un certo prezzo, salvo violare le sanzioni imposte dal G7. L'Ue dovrebbe introdurre alcuni aggiustamenti tecnici al sesto pacchetto di sanzioni, che introduce un divieto di assicurare il trasporto del greggio russo a partire dalla fine dell'anno. Anche in questo caso saranno i ministri a continuare le discussioni “con urgenza”.
Era stata la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, a proporre formalmente il “price cap” sul petrolio, ma dopo gli incontri con Mario Draghi durante la sua ultima visita a Washington. Anche sul tetto al prezzo del greggio la Germania aveva opposto il veto. Secondo la nostra fonte, “il meccanismo è intelligente”. Il grande interrogativo è se il premier ungherese, Viktor Orban, starà al gioco del G7 dato che il greggio russo trasportato via oleodotto non sarà toccato. L'amministrazione Biden ha spiegato che questo meccanismo dovrebbe consentire di ridurre le entrate di Putin, senza avere un impatto sull'offerta di petrolio e dunque il prezzo globale. Durante i negoziati al G7, all'ultimo, Emmanuel Macron ha chiesto di introdurre un “price cap” sul petrolio a livello globale. Alla fine il presidente francese si è accontentato di un appello ai paesi produttori di “aumentare la loro produzione per ridurre la tensione sui mercati dell'energia”.