Grandi affari
Kuehne in Lufthansa e Aponte in Ita, i re delle navi puntano sugli aerei
L'integrazione tra il trasporto marittimo e quello aereo è un'ambizione che sta per essere realizzata dagli imprenditori del mare. Chi sono e perché potrebbero farcela
Largo ai signori del mare che, senza clamori, stanno conquistando una fetta di cielo. Klaus-Michael Kuehne, secondo Forbes l’uomo più ricco di Germania con un patrimonio di 35 miliardi di euro grazie al controllo di Kuehne+Nagel, il colosso leader dei trasporti marittimi, e della compagnia di navigazione Hapag-Lloyd, è diventato ieri il primo azionista di Lufthansa, aumentando la sua quota (dal 10 al 15 per cento) grazie all’acquisto di una parte di titoli sottoscritti dallo stato in occasione del recente salvataggio post-pandemia.
Nella sua veste di grande azionista del gioiello tedesco dei cieli, herr Kuehne potrebbe a breve salutare in qualità di socio Guanluigi Aponte, l’armatore sorrentino che dal quartier generale di Ginevra, segue il dossier Ita Airways, l’erede di Alitalia che, salvo sorprese, sembra destinato a finire nell’orbita di Msc e della stessa Lufthansa. Una coppia d’eccezione che presto potrebbe proseguire in cielo il duello con Rodolphe Saadé, origini libanesi, alla testa dell’azienda di famiglia, la marsigliese Cma-Cgm, da pochi mesi primo azionista privato, con una quota del 9 per cento, di AirFrance/Klm.
Insomma, lontano dai riflettori dei mercati borsistici, i signori mondiali della logistica hanno fatto tesoro delle condizioni eccezionali provocate dalle tante emergenze di una stagione eccezionale che per loro si è tradotta in profitti ancor più eccezionali. Nessuna società della Borsa francese, compresa TotalEnergies, ha chiuso il 2021 con profitti paragonabili ai 18 miliardi di Cma-Cgm, fondata meno di cinquant’anni fa da Jacques Saadé. All’epoca, anno 1978, anche Gianluigi Aponte da Sant’Agnello di Sorrento, orfano dall’età di cinque anni, aveva annusato il grande affare dei container, la soluzione logistica che ha accompagnato l’ascesa della globalizzazione.
Un grande affare per la sua Mediterranean Shipping Company (Msc) assieme alle navi da crociera battezzate da Sophia Loren, l’amica di famiglia del marinaio e di Rafaela, la moglie svizzera, figlia di un banchiere ginevrino conosciuta in mare, quasi una storia da soap opera ma dai risvolti incredibili: ad aprile il gruppo ginevrino ha staccato un assegno da 5,7 miliardi di euro per assicurarsi il controllo delle attività logistiche africane del gruppo Bolloré.
In attesa del sospirato sbarco in Ita Airwais, un rientro da protagonista sulla scena per Aponte che già aveva partecipato alla cordata dei “capitani coraggiosi” messa in piedi da Silvio Berlusconi nel 2008 per salvare l’Alitalia. Oggi le prospettive sembrano più solide, come peraltro dimostra tra l’altro l’ingresso sulla scena del riservatissimo herr Kuehne, che finora si è limitato a consolidare le sue più che redditizie attività marittime.
Da oggi il re del trasporto via container potrà contare sull’alleanza con la flotta di 12 cargo di Lufthansa, nonché con le possibili sinergie con il resto della flotta aerea: l’e-commerce, fanno notare gli analisti, ha rivitalizzato il trasporto aereo, consentendo di utilizzare con profitto spazi che fino a poco tempo fa restavano vuoti.
In realtà, come sempre, non mancano gli scettici. L’integrazione verticale tra trasporto via mare e aviazione è più facile a dirsi che a realizzarsi. E le sinergie con Hapag-Lloyd, secondo il giudizio degli analisti di Bernstein, “sembrano davvero limitate”. Per contro Kuehne, che ha già chiesto un posto nel consiglio d’amministrazione di Lufthansa, non sembra intenzionato a fare il partner dormiente. Così come Msc, uno dei maggiori clienti di Fincantieri, che non nasconde l’ambizione di estendere la sua leadership logistica al di fuori delle aree portuali.
Per ora, però, non resta che prender atto delle vicende di un biennio straordinario, tra blocchi dei porti da Los Angeles a Shanghai e Amburgo, nonché l’incredibile ingorgo un anno fa all’ingresso del canale di Suez, oggi in piena salita grazie ai profitti d’oro del traffico. Un complesso di ragioni che hanno portato alla rivincita del traffico fisico rispetto all’economia virtuale: le merci, prima o poi vanno consegnate. E’ la lezione inflitta dagli uomini d’oro ai maghi di Silicon Valley.