Razionare il gas
L'Ue chiede un taglio del gas obbligatorio del 15 per cento. Ogni stato deciderà in quali settori
“In caso di interruzione parziale, importante o totale, l’Unione europea deve essere pronta", dice la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, lanciando un appello alla "solidarietà"
Bruxelles. La Commissione di Ursula von der Leyen ha chiesto poteri straordinari per imporre un razionamento obbligatorio del gas, riducendo il consumo del 15 per cento di tutti gli stati membri fino alla prossima primavera, in caso di taglio totale di forniture dalla Russia. E’ questa la principale misura prevista dal pacchetto “Risparmiare gas per un inverno sicuro”, il piano di emergenza per l’interruzione completa degli approvvigionamenti in vista dell’inverno. “La Russia ci sta ricattando”, ha spiegato la presidente von der Leyen: “In caso di interruzione parziale, importante o totale, l’Ue deve essere pronta”. Dodici stati membri sono già stati vittime di una riduzione parziale o totale dei flussi. Secondo von der Leyen, “Gazprom ha dimostrato di essere un fornitore completamente inaffidabile e dietro a Gazprom c’è Putin”. “Il taglio totale del gas russo è uno scenario probabile” che “colpirebbe ogni singolo stato membro”, ha avvertito. Se non si fa nulla, nello scenario peggiore l’Ue potrebbe perdere l’1,5 per cento di pil. A essere maggiormente colpiti sarebbero i paesi più dipendenti dalla Russia: Germania, Italia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica ceca. Ma gli effetti economici si farebbero sentire su tutti. Invocando quanto fatto con i vaccini e il Recovery fund durante la pandemia, von der Leyen ha lanciato un appello alla “solidarietà”. Questa volta il principale beneficiario dovrebbe essere la Germania.
Utilizzando l’articolo 122 del Trattato, che consente di adottare misure di emergenza in caso di problemi di approvvigionamento in diversi settori e in particolare l’energia, la Commissione può dichiarare una “Allerta per l’Unione” sulla sicurezza delle forniture e imporre una riduzione obbligatoria della domanda di gas a tutti gli stati membri. La proposta rischia di incontrare l’opposizione di diversi paesi, in particolare quelli con un livello di dipendenza basso o nullo dalla Russia, come la Spagna che ha già detto di no. In teoria, il piano della Commissione si fonda sul principio di solidarietà. La legislazione dell’Ue sulla sicurezza energetica prevede accordi bilaterali tra stati membri per condividere le forniture in caso di crisi. Ma le intese sono poco più di una manciata. E’ “importante che tutti gli stati membri contribuiscano nei risparmi, negli stock e nel condividere il gas in caso di necessità”, ha spiegato von der Leyen.
Il razionamento obbligatorio è una misura di ultima istanza. Lo stato di “Allerta per l’Unione” sarà dichiarato solo quando c’è un rischio sostanziale di una penuria grave di gas. A farlo scattare sarà “una drastica riduzione di gas russo o un completo taglio”, ha spiegato von der Leyen. Prima, ci saranno obiettivi non vincolanti per ridurre i consumi del 15 per cento tra il primo agosto e il 31 marzo del 2023. E’ l’equivalente di 45 miliardi di metri cubi con cui “possiamo superare l’inverno in sicurezza”, ha assicurato. Il 15 per cento viene calcolato sulla base del consumo medio degli ultimi cinque anni da agosto a marzo. Spetterà a ciascun governo determinare quali e settori dovranno continuare ad avere prioritariamente il gas in caso di razionamento. “Non determiniamo quali settori devono essere oggetto di una riduzione. E’ una competenza degli stati membri”, spiega al Foglio un funzionario dell’Ue. La Commissione tuttavia ha indicato princìpi e criteri per un approccio coordinato. Le famiglie e i settori essenziali, come gli ospedali e le scuole, saranno esclusi dai razionamenti. Ma la Commissione chiede di proteggere anche le industrie e i servizi considerati fondamentali per l’economia e le catene di approvvigionamento dell’Ue.