La ricetta
Confartigianato: serve una Pa digitale, semplice ed efficiente
Dal fisco al lavoro, i punti più importanti esposti da Marco Granelli per costruire un futuro più favorevole per la realtà delle piccole e medie imprese
Mentre partiti e coalizioni mettono a punto candidature e programmi in vista del voto del 25 settembre, le piccole imprese giocano d’anticipo. Confartigianato, già lo scorso 4 agosto, ha inviato alle forze politiche un documento di proposte per costruire insieme il futuro del paese, sintetizzate in un manifesto di 10 punti, che partono da un presupposto: creare un ambiente favorevole alla realtà produttiva rappresentata da 4,4 milioni di artigiani e di micro e piccole imprese con 10,8 milioni di addetti.
Il presidente di Confartigianato Marco Granelli ha le idee chiare su ciò che serve agli artigiani e ai piccoli imprenditori: “Occorre innanzitutto una ‘buona burocrazia’, una Pubblica amministrazione efficiente, capace di stare al passo con gli imprenditori. C’è tanto da fare, visto che oggi siamo al 24esimo posto nell’Ue per la qualità dei servizi pubblici. Bisogna muoversi su tre direttrici: digitalizzazione del rapporto tra Pa e imprese, soprattutto attraverso l’interoperabilità delle banche dati pubbliche; standardizzazione dei procedimenti e della modulistica e semplificazione dei controlli; riorganizzazione delle competenze e riduzione del numero di enti pubblici coinvolti nel medesimo procedimento. E poi – aggiunge Granelli – diciamo no a leggi ‘a taglia unica’, che non tengono conto della biodiversità espressa dal sistema produttivo italiano. Questo vale anche per l’attuazione del Pnrr, che deve procedere spedita ma con la piena inclusione delle piccole imprese, favorendo, da parte di stato, regioni ed enti locali, progetti e bandi di facile accessibilità. Altrettanto inclusive e accessibili per le Pmi devono essere le transizioni green e digitale con incentivi semplici e stabili per favorire innovazione tecnologica, digitalizzazione e internazionalizzazione”.
Il fisco è uno dei capitoli più “caldi” della campagna elettorale. E, anche qui, Confartigianato va al sodo: l’obiettivo, per gli imprenditori, è un fisco semplice e leggero, visto che oggi paghiamo 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’eurozona. Il nuovo rapporto con il fisco dovrà fondarsi su contraddittorio preventivo, diritto dei contribuenti alla prova contraria, rafforzamento degli indici sintetici di affidabilità. La pressione fiscale si può ridurre con la tassazione agevolata del reddito d’impresa non prelevato, uguali detrazioni Irpef per tutti i redditi da lavoro, tassazione ridotta degli extra profitti legati ad incrementi di produttività, superamento dell’Irap con priorità per le società di persone. E va migliorato il regime forfetario per favorire emersione e crescita dimensionale delle imprese. Sul fronte semplificazioni, la “ricetta” di Confartigianato fa leva sull’introduzione di un codice unico delle leggi fiscali e nuove modalità per i versamenti tributari, con l’eliminazione di split payment, reverse charge e comunicazione delle liquidazioni periodiche Iva.
Dal fisco al lavoro, altro tema incandescente per gli schieramenti politici. In proposito, Granelli non ha dubbi: “Siamo per un lavoro di qualità. Che significa no al salario minimo legale e sì al lavoro di cittadinanza. Va ridotto il cuneo fiscale e contributivo, che in Italia pesa il 46,5 per cento, contro una media Ue del 41,7 per cento, potenziati la formazione tecnica e professionale e l’apprendistato per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese”.
E se si parla di sostenere la ripresa e liberare gli imprenditori dal fardello di oneri che li stanno schiacciando, diventa fondamentale ridurre i costi di elettricità e gas, aumentati del 108 per cento nell’ultimo anno, fissando un tetto europeo al prezzo del gas, attuando una riforma strutturale della bolletta che escluda gli oneri di sistema impropri pagati dai piccoli imprenditori e sostenendo gli investimenti in energie rinnovabili, in particolare per creare comunità energetiche e per l’autoproduzione.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, una delle richieste prioritarie di Confartigianato riguarda il mantenimento degli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, sciogliendo rapidamente il grave problema dei 5,2 miliardi di crediti fiscali incagliati legati ai bonus edilizia. Granelli avverte: “Si tratta di una situazione che mette a rischio la sopravvivenza di migliaia di aziende di costruzioni e di 47 mila posti di lavoro”. Il manifesto di Confartigianato punta poi sull’accesso al credito, affinché sia assicurato sostegno al Fondo di garanzia per le Pmi e a sistemi di garanzia misti pubblico-privati, con una dotazione finanziaria adeguata alle esigenze degli imprenditori.