Le richieste
Bollette insostenibili: servono interventi e riforme, dice Confartigianato
Nell’ultimo anno le spese elettriche degli artigiani e dei piccoli imprenditori sono aumentate di 21,1 miliardi. "Rischiamo un’ecatombe di imprese. Bisogna scongiurare una crisi senza precedenti", è l'allarme di Marco Granelli
Nell’ultimo anno, secondo Confartigianato, le bollette elettriche degli artigiani e dei piccoli imprenditori sono aumentate di 21,1 miliardi. Una cifra pesante come un macigno sul futuro delle aziende che, oltre a pagare le conseguenze della guerra in Ucraina, subiscono le fragilità della nostra politica energetica. Dietro l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Confartigianato sulla batosta dei rincari energetici per le imprese ci sono, infatti, le aspettative per riforme strutturali invocate da anni e mai realizzate, i ritardi e le politiche contraddittorie nella gestione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, i ripetuti rinvii nell’affrontare il nodo della tassazione in bolletta.
Oggi, la folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità non ammette esitazioni. Il presidente di Confartigianato Marco Granelli lo dice chiaro e tondo: “Rischiamo un’ecatombe di imprese. Servono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti”.
Secondo Granelli vanno quindi subito confermate e potenziate le misure già attuate da questo esecutivo: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga e ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale.
Ma le misure d’emergenza non bastano. Come non bastano più le promesse, gli annunci, gli impegni mai realizzati. Per Granelli “occorre muoversi subito sulla lunga distanza”. Come dire che la nostra politica energetica va costruita ex novo. Innanzitutto, dice il numero uno di Confartigianato, “con investimenti nelle energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento e dei fornitori, puntando a un abbandono progressivo delle energie fossili come indicato dai programmi europei. Vanno poi incentivati il decentramento produttivo e la generazione distribuita per avvicinare le fonti di energia ai punti di consumo. Così come va sostenuta la creazione di comunità energetiche e incrementata l’autoproduzione”.
Per Confartigianato, risparmi ed equità potranno essere raggiunti con la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51 per cento della bolletta e che, paradosso tutto italiano, penalizza con maggiori oneri e un assurdo meccanismo di imposizione fiscale e parafiscale proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio “chi inquina paga”. In pratica, si tratta di intervenire sulle voci della bolletta, azzerando progressivamente la componente degli oneri generali di sistema che dovrà essere finanziata da altre fonti di gettito. E redistribuendo gli oneri delle bollette a carico delle diverse tipologie di utenti secondo un principio proporzionale all’effettiva entità dei consumi.
Granelli indica poi la necessità di realizzare nuovi rigassificatori, riattivare le piattaforme nazionali di estrazione del gas e sostenere la ricerca in campo energetico, in particolare sull’impiego di idrogeno.
La transizione energetica impone anche di affrontare gli interventi a sostegno della riqualificazione eco-compatibile degli edifici. Anche qui, il leader di Confartigianato invoca una soluzione immediata per sbloccare la situazione di migliaia di piccole imprese di costruzione con 5,2 miliardi di crediti legati ai bonus edilizia incagliati nei cassetti fiscali. Sono imprenditori in ostaggio di una gestione politica contraddittoria e altalenante di questi incentivi che hanno offerto un innegabile contributo, oltre che alla transizione ecologica, al rilancio del settore costruzioni, vero driver della ripresa. E’ per questo che, nel medio e lungo periodo, secondo Granelli “gli interventi per favorire risparmio ed efficienza energetici del nostro patrimonio immobiliare vanno riproposti con misure equilibrate, certe e stabili”.
sindacati a palazzo chigi