Addio alll'energia di Mosca
Non solo carbone. Così le rinnovabili sostituiscono il gas russo: il piano
Il governo prevede di aumentare la potenza prodotta dalle fonti pulite di 8 gigawatt annui dal 2023. L'anno prossimo con l'energia green dovrebbero essere risparmiati 2,3 miliardi di metri cubi di metano
Uno dei motivi per cui il piano preparato dal ministro Roberto Cingolani è stato criticato è che comprende il ricorso al carbone. Il combustibile fossile sarà indispensabile per slegare l'Italia dalla dipendenza energetica dal gas russo. E se è vero che si tratta di una manovra che impatta sulla sostenibilità climatica, è vero anche che è soltanto un ricorso emergenziale che non andrà oltre il 2023 e che serve per evitare di ricorrere ai razionamenti di energia per il settore industriale. Soprattutto, il maggior uso di carbone fa parte di un mix di misure che non escludono lo sviluppo dell'energia rinnovabile.
Con il carbone si punta a sostituire 1,1 miliardi di metri cubi di gas russo nel secondo semestre del 2022 e 2,3 in tutto il 2023. L'obiettivo è sostituire i 29 miliardi di metri cubi di gas che arrivano dalla Russia, nazione che tra il 2013 e il 2021 è stata ininterrottamente il principale fornitore dell'Italia e con una quota del 40 per cento delle importazioni totali. Ora la dipendenza dal gas russo è già scesa al 20 per cento.
Ma nel piano governativo, di cui oggi sono stati resi noti ulteriori dettagli, è centrale più che il carbone l'energia da fonti rinnovabili, che sarà utilizzata in modo progressivo per abbandonare il gas russo. Secondo il programma, ne permetterà un risparmio di 2,4 miliardi di metri cubi nel 2023, di 4,9 miliardi nel 2024 e 7,3 nel 2025: in questa data un quarto del gas russo sarà sostituito dalle rinnovabili.
Lo sviluppo delle rinnovabili sul territorio nazionale rappresenta per il governo un “fattore strategico in quanto consente di ridurre in modo strutturale la domanda di gas (nella misura di circa 2 miliardi di metri cubi ogni 10 terawatt/ora circa installati) oltre che le emissioni di CO2”, si legge nel documento ministeriale. Attualmente le fonti green coprono il 20,4 per cento dei consumi energetici nazionali, in linea con quanto richiesto dai regolamenti europei. Ma il governo prevede di aumentare la potenza prodotta di 8 gigawatt all'anno dal 2023.
Già negli ultimi mesi ci sono stati passi in avanti. Secondo gli ultimi dati relativi alla potenza rinnovabile neo autorizzata e/o vincitrice di asta con il Gestore dei servizi energetici (Gse), sono attesi in esercizio 9,3 gigawatt tra 2022 e 2023 di cui 7 tra gennaio 2022 e marzo 2023, a fronte di meno di 1 gigawatt all'anno degli anni precedenti, secondo quanto riporta il piano del ministero.
Parte della crescita delle fonti di energia rinnovabile è dovuta all'aumento incontrollato del prezzo dei beni energetici, che ne hanno reso particolarmente vantaggiosa la vendita. Per come è strutturato il mercato energetico europeo e italiano, il prezzo di vendita dell'elettricità, indipendentemente da come essa è prodotta, è determinato dal prezzo del gas. Quest'ultimo è cresciuto più di dieci volte negli ultimi dodici mesi a causa delle tensioni con la Russia trascinando quindi verso l'alto anche quello dell'energia elettrica da fonte rinnovabile, i cui prezzi di produzione non invece rimasti pressoché simili.