corsa contro l'inflazione
La Bce decide il terzo rialzo dei tassi (e non sarà l'ultimo)
Lagarde comunica un incremento di 75 punti base per tentare di ridurre l'inflazione che sfiora il 10 per cento. "Abbandoniamo politica monetaria accomodante. In arrivo nuovi aumenti"
La strada su cui la Bce si è messa in marcia è ormai tracciata e segue la rotta dell'inflazione, che in Europa sfiora il 10 per cento. E così non stupisce neppure questo terzo rialzo dei tassi di interesse deciso oggi dal board di Francoforte: altri 75 punti base, dopo l'analoga mossa dello scorso settembre e la prima – più timida – di luglio, quando l'Eurotower era intervenuta con un primo incremento di 50 punti base.
In questo modo i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale salgono all'1,50 per cento, quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginali al 2,25 per cento mentre quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2 per cento, il livello più alto dal primo trimestre 2009 quando a guidare la Bce era Jean Claude Trichet. Ma queste cifre sono destinate ad aumentare.
La Bce, si legge nel comunicato, prevede infatti di aumentare ulteriormente i tassi di interesse per assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento a medio termine. La decisione cambia la postura dell'istituto di Francoforte, che come spiega lo stesso board nella nota "ha compiuto progressi considerevoli nell'abbandono dell'orientamento accomodante della sua politica monetaria".
D'altra parte l'inflazione "continua a essere di gran lunga troppo elevata", spiega ancora la Bce, "e si manterrà su un livello superiore all'obiettivo per un prolungato periodo di tempo". Stringere le maglie non è dunque derogabile, anche se lo scenario non è dei migliori.
Come ha spiegato la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, la Bce si aspetta un ulteriore indebolimento dell'economia nel quarto trimestre e all'inizio del 2023. Una frenata che, ha detto ancora Lagarde, potrebbe portare a un incremento del tasso di disoccupazione che per il momento resta ai minimi, con un mercato del lavoro che complessivamente tiene in tutta l'area euro.
"Oggi abbiamo compiuto un ulteriore progresso nel ritirare l'orientamento accomodante della nostra politica monetaria. Ma abbiamo finito? La risposta è no e decideremo il prossimo percorso della politica monetaria sulla base dei dati", ha detto Lagarde. "C'è ancora spazio" per intervenire sui tassi, ma la decisione sul come e quando "sarà presa incontro dopo incontro perché abbiamo deliberatamente voltato le spalle a una forward guidance che non sarebbe utile", spiega. E rilancia un nuovo whatever it takes: "Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell'ambito del proprio mandato per assicurare che l'inflazione si stabilizzi sull'obiettivo del 2% a medio termine".