Editoriali
Le sanzioni a Mosca hanno un bug: la raffineria di Priolo
Negli Stati Uniti arriva il greggio russo raffinato in Sicilia, un’inchiesta del Wall Street Journal ne traccia le rotte
Mentre sono in vigore le sanzioni americane contro Mosca, negli Stati Uniti sette milioni di automobili hanno fatto il pieno con benzina prodotta da greggio russo contribuendo ad arricchire le casse del Cremlino. I conti li ha fatti il Wall Street Journal, che in un’inchiesta video pubblicata sul suo sito racconta il tragitto del petrolio che dai porti russi è arrivato sotto forma di prodotti petroliferi in almeno 13 diversi impianti americani, tra cui due terminali di Exxon in Texas e New Jersey e uno di Magellan Midstream. In mezzo, le petroliere tracciate dal Wsj hanno fatto una sosta a Priolo, dove la raffineria Isab trasforma il greggio in diesel, benzina e altri derivati che diventano di fatto prodotti italiani pronti a essere rivenduti.
Dal marzo di quest’anno la raffineria di Priolo ha esportato quasi 5 milioni di barili di prodotti petroliferi negli Stati Uniti, di cui 2,5 milioni di barili di benzina. E visto che l’impianto siciliano fa capo alla compagnia russa Lukoil, da quando Mosca ha invaso Kyiv non riesce più ad acquistare petrolio da altri paesi al di fuori della Russia, nonostante Lukoil non sia direttamente sanzionata: oggi Isab importa il 93 per cento del greggio che raffina da Mosca.
Tecnicamente, l’inchiesta del Wsj non dimostra alcuna violazione delle sanzioni ma denuncia un bug, un errore di sistema che dipende del tutto dall’inazione del governo Draghi, che in sette mesi non ha mosso un dito per fare in modo che l’impianto di Priolo riuscisse ad avere altri fornitori, mentre la Germania ha preso il controllo delle tre raffinerie tedesche in mano a Rosneft. Il risultato è che l’Italia è il paese occidentale che ha importato più greggio russo dall’inizio del conflitto e ora, con l’embargo in vigore da dicembre, Priolo rischia di fermare le attività lasciando a casa circa duemila lavoratori, con ripercussioni anche sull’indotto. Il governo che si è appena insediato rassicura dicendo che ci sono diverse ipotesi percorribili in esame, tra cui una garanzia tramite Sace. Per risolvere il rebus c’è un mese di tempo.