il dispaccio
Bruxelles accoglie (in parte) le proposte italiane e dice sì al price cap: il piano della Commissione
Il modello prospettato ricalca da vicino quello elaborato mesi fa da Roberto Cingolani: un tetto fisso, temporaneo, da imporre al mercato del gas in specifiche condizioni d'emergenza. "Condizionalità molto severe. Ma è un programma che indica una direzione", dicono al ministero dell'Ambiente. Esulta Palazzo Chigi
Non è tutto, ma è certo più di qualcosa. La Commissione europea ha detto di sì: il price cap s'ha da fare. E si farà. Non esattamente nelle forme e nei modi auspicati dal governo italiano, ma questo ci sta: la logica del compromesso, che regola da sempre le dinamiche politiche dell'Unione, impone i suoi accomodamenti. Ma quando, all'alba di oggi, le rappresentanze diplomatiche dei 27 paesi membri a Bruxelles hanno ricevuto il dispaccio da parte dei funzionari di Ursula von der Leyen, a Roma si è gioito. "Si comincia a ragionare", hanno esultato a Palazzo Chigi.
I dettagli andranno ancora analizzati e discussi. Non si escludono richieste di modifiche ulteriori. Ma la proposta della Commissione ricalca abbastanza da vicino non tanto l'ipotesi prospettata nella "lettera dei 15" di fine settembre, ma semmai quella inizialmente elaborata da Roberto Cingolani, mesi fa. Non un corridoio dinamico di prezzi, dunque, ma un tetto fisso, di natura temporanea, che possa essere imposto nel mercato del gas europeo solo in seguito al verificarsi di specifiche circostanze emergenziali. Questo è, al momento, quanto emerge da una prima lettura sommaria della lettera inviata da Bruxelles. Lettura condivisa anche dai collaboratori del ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto: "Condizionalità molto severe, paletti assai stringenti. Ma almeno, una proposta che indica una direzione chiara: il price cap ora c'è"