l'intervista
La 500 elettrica va, ma al made in Italy serve aiuto. Parla il ceo di Fiat
"Le auto elettriche costano ancora troppo”, dice Olivier François, ceo di Fiat e di Abarth: “L’Italia dovrebbe sostenere le auto sostenibili quanto lo fanno gli altri paesi"
“Il prezzo è troppo caro. Le auto elettriche costano ancora troppo”. Non lo dice un cliente che sta uscendo da un concessionario, ma uno dei manager che sta riempiendo quei concessionari di auto elettriche. La confessione di Olivier François, ceo di Fiat e di Abarth però non è un’ammissione di colpe. E’ un grido d’allarme. La 500 elettrica vende quanto quella termica e se la produzione aumentasse potrebbe vendere molto di più. Il numero uno di Fiat, sempre in viaggio tra l’Europa e gli Stati Uniti dove ha appena lanciato al salone di Los Angeles la 500e, vuole lanciare un messaggio preciso. Dopo aver svelato la prima auto elettrica di Abarth, una 500 ovviamente, si prende una pausa per guardarsi attorno. Prima racconta di aver rischiato la vita quando durante l’estate è stato travolto dal jet sky di un amico. Ci ha rimesso solo il braccio destro, ora diventato quasi bionico. “Sono stato fortunato”, ammette. Inconvenienti di chi nuota in mari troppo popolati. Quasi una metafora della sua vita professionale da top manager dell’auto, sempre impegnato a sfidare le correnti contrarie, come quando c’era da lanciare una nuova Citroën all’inizio della sua vita italiana o poi da rilanciare la cara vecchia Ypsilon nella sua avventura in Lancia all’alba della sua scalata nel gruppo torinese oggi parte di Stellantis. “Ogni paese protegge le auto prodotte in casa, ma non noi. La 500 è fatta a Mirafiori, è totalmente made in Italy. Ci vorrebbe un aiuto al made in Italy. La 500 è bella, iconica, pulita e di qualità. E’ il miglior biglietto da visita dell’Italia nel mondo…”.
Può sembrare strano che un’azienda di diritto olandese come è oggi il Gruppo Stellantis, di cui Fiat fa parte, chieda aiuto all’Italia. Però a Mirafiori a lavorare sulla 500 elettrica ci sono operai italiani. La 500 è un vero fiore all’occhiello del made in Italy, ma nella sua versione elettrica ha ancora un prezzo che non può renderla popolare come la sua progenitrice. “Sembrerà strano, ma la 500 elettrica è la Fiat che ha i migliori feedback tra i clienti. Ci dicono che è bella, ha qualità, piace. Non era scontato perché l’auto elettrica si porta dietro ancora tutto un discorso legato all’ansia di ricarica. Ma il segreto è che ci abbiamo lavorato tanto durante il Covid quando abbiamo dovuto rallentare e rimandare il lancio sul mercato. Abbiamo avuto tempo per provarla e riprovarla e il risultato alla fine è stato il migliore”. Ma ecco che va al punto: “L’Italia dovrebbe sostenere le auto sostenibili quanto lo fanno gli altri paesi. Non farebbe bene solo alla Fiat, ma anche all’immagine dell’Italia e all’impiego a Mirafiori (dove lavorano 2.700 persone). Avevo fatto uno studio per il governo Draghi in cui facevo vedere come gli altri paesi aiutassero molto di più le loro case costruttrici…”.
La speranza è che il nuovo governo dia una mano. La storia italiana è piena di aiuti alla Fiat anche quando forse ce n’era meno bisogno. Oggi da aiutare c’è tutta una filiera, 70 mila posti di lavoro, che rischia di essere spazzata via dalla trasformazione della mobilità. “Fiat è il marchio più anticiclico e anti crisi che c’è. E’ un marchio positivo, ottimista, vicino alle persone, semplice. Siamo semplici in un momento complicato, accessibili in un momento di crisi”, ovviamente non parlando dell’elettrico puro. “I nostri risultati hanno sorpreso tutti, abbiamo addirittura dovuto mettere in pausa gli ordini per la Panda 4X4 perché dobbiamo prima produrre quelle di chi le ha ordinate sette mesi fa. Adesso siamo pronti a presentare una nuova macchina all’anno, ovviamente restando coerenti al nostro Dna. Non faremo macchine sportive o di lusso. Faremo delle Fiat. La gente vuole modelli suveggianti e noi faremo quello che vuole la gente. Dobbiamo andare dove la gente ci vuole. Elettrico o non elettrico? A questo non rispondo. Andremo dove vuole la gente. Faremo le cose giuste”. Se saranno solo elettriche lo vedremo. Ma le elettriche senza aiuti non faranno tanta strada.