i dati
Non solo energia. Un report spiega cosa chiedono gli artigiani a Meloni
Alla batosta del caro-bollette si aggiunge il peso della pressione fiscale e la scarsa efficienza della Pubblica amministrazione. Ma non solo: anche il costo del lavoro e le difficoltà di accesso al credito frenano l'attività e la crescita delle aziende. "Confidiamo in un nuovo patto di fiducia tra Stato e imprese", dice il presidente di Confartigianato Granelli
I dati parlano chiaro. Quest’anno, come dimostrano le ultime statistiche, il caro-energia costa alle piccole imprese 23,9 miliardi in più rispetto al 2021. I rincari pesano con 18 miliardi di maggiori costi per l’elettricità e con 5,9 miliardi per il gas. A dirlo è il Rapporto ‘Imprese nell’età del chilovatt-oro’ che Confartigianato ha presentato alla propria Assemblea nazionale del 22 novembre, alla presenza del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Il report fotografa gli ostacoli che frenano la corsa dei 4,4 milioni di micro e piccole imprese italiane impegnate a reagire con performance sul fronte dell’occupazione e delle esportazioni. Tra luglio 2021 e giugno 2022, hanno creato il 71 per cento dei nuovi posti di lavoro e tra agosto 2021 e luglio 2022, nei settori a maggiore presenza di MPI, le esportazioni sono pari a 141,2 miliardi di euro. Alla batosta del caro-bollette si aggiunge il peso della pressione fiscale: il prossimo anno cittadini e imprenditori italiani pagheranno 42,2 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona, pari a 711 euro pro capite. In Europa siamo al terzo posto per il più alto carico fiscale, ci precedono Francia e Belgio. Sulla competitività delle nostre imprese pesa anche il cuneo fiscale sul costo del lavoro che, nel 2021, è pari al 46,5%, vale a dire 11,9 punti in più rispetto alla media dei paesi avanzati. Il fisco grava anche sull’energia con un carico superiore del 51,1 per cento rispetto alla media dei Paesi Ue.
Sul fronte dell’efficienza della pubblica amministrazione, Confartigianato mette in evidenza che soltanto il 28 per cento delle Amministrazioni locali prevede la possibilità di completare on line le pratiche amministrative. Si peggiora per quanto riguarda gli adempimenti per il settore dell’edilizia: solo il 15 per cento dei Comuni consente l’avvio e la conclusione per via telematica dell’intero iter relativo ai permessi di costruire. Nel frattempo gli Enti pubblici hanno accumulato un debito commerciale verso le imprese fornitrici di beni e servizi pari a 53 miliardi di euro e il 50,1 per cento dei Comuni italiani non salda le fatture entro i 30 giorni fissati dalla legge. Per quanto riguarda il peso del debito commerciale della PA sul PIL siamo al 2,9 per cento quasi il doppio rispetto all’1,6 per cento dell’Ue. Gli sforzi dei piccoli imprenditori per agganciare la ripresa sono frenati anche dal gap scuola-lavoro all’origine della carenza di manodopera qualificata: le aziende non riescono a trovare il 55,9% dei lavoratori specializzati necessari a mantenere elevata la qualità manifatturiera made in Italy.
Proprio durante l’Assemblea, il presidente Granelli ha sollecitato al presidente Meloni e agli esponenti del Parlamento e del governo azioni concrete per riconoscere il ruolo delle piccole imprese e valorizzarne il talento e le ambizioni eliminando gli ostacoli sulla loro strada. “Confidiamo – ha detto – in un nuovo patto di fiducia tra lo Stato e le imprese, per lo sviluppo economico e sociale del paese”. Il lavoro è in cima alle preoccupazioni di Granelli. A cominciare dalla necessità di formare le competenze di cui le aziende hanno bisogno, puntando su strumenti come l’apprendistato, che deve diventare il principale canale di accesso dei giovani nel mondo del lavoro. “Fallito il reddito di cittadinanza – sottolinea Granelli – ora serve una riforma che distingua l’assistenzialismo dalle misure realmente efficaci per inserire le persone nel mercato del lavoro. La riduzione del peso delle tasse, con una riforma del sistema fiscale, la diminuzione del costo del lavoro, sono priorità sulle quali si gioca il futuro della nostra capacità di competere. Così come è fondamentale la riduzione dei costi dell’energia. Oltre alle apprezzabili misure d’emergenza, bisogna agire con interventi strutturali per favorire l’utilizzo di energie rinnovabili, l’autoproduzione e l’autoconsumo e azzerare definitivamente gli oneri generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese”.
Il presidente di Confartigianato indica inoltre l’accesso al credito come tema sul quale “servono risposte rapide per garantire agli imprenditori il ‘carburante’ indispensabile ad investire nello sviluppo”. E risposte altrettanto rapide vengono sollecitate sul fronte dei bonus edilizia, innanzitutto per sbloccare i crediti fiscali incagliati delle imprese che hanno concesso lo sconto in fattura e sono a rischio-sopravvivenza. Ma anche per un confronto costruttivo sul futuro di questi incentivi. E ancora, sull’attuazione del Pnrr, la più grande opportunità per consentire all’Italia di recuperare annosi ritardi e rimettere in moto lo sviluppo, Granelli sollecita il pieno coinvolgimento delle piccole imprese. Così come ritiene urgente attuare la delega per la revisione del codice appalti, che contiene importanti criteri e principi per valorizzare le imprese di prossimità e gli “appalti a chilometro zero”. (gd)