redazionale
L'economia circolare, la leva green di Leonardo
L'ottimizzazione dell'impiego e della scelta nei materiali. L'utilizzo delle piattaforme digitali. Il riciclo e riuso dei materiali. La strategia dell'azienda attraverso le parole del Chief Tecnology and Innovation Officer, Franco Ongaro
Superare il modello di economia lineare e adottare un nuovo paradigma improntato alla circolarità. Un processo non più rimandabile che nasce dalla consapevolezza che le risorse naturali non sono infinite, i processi produttivi possono essere semplificati, il ciclo di vita dei prodotti esteso, gli scarti reimpiegati o riciclati per generare nuovo valore. L’economia circolare è un modello virtuoso di produzione e consumo, un valore per le imprese per perseguire obiettivi orientati a mitigare l’impatto sull’ambiente e ottenere un vantaggio competitivo. Una grande sfida e allo stesso tempo una grande opportunità.
La transizione verso un modello circolare è parte integrante della strategia sostenibile di Leonardo, azienda attiva nel settore dell’aerospazio, difesa e sicurezza, e si attua attraverso un approccio trasformativo su tutta la catena del valore. In questa visione l’innovazione tecnologica rappresenta un fattore abilitante per rafforzare sia la competitività dell’azienda nel lungo periodo sia il legame con la filiera.
Leonardo segue in particolare quattro linee di indirizzo, interconnesse fra loro. Partendo dall’ottimizzazione dell’impiego e della scelta dei materiali, già nella fase di progettazione, attraverso l’ecodesign o l’uso di materiali riciclabili, ed estendendo il proprio perimetro d’azione all’utilizzo di piattaforme digitali per la dematerializzazione e virtualizzazione delle soluzioni offerte al cliente. Fino all’estensione della vita utile dei prodotti, grazie all’impego di modelli previsionali per l’ottimizzazione dei cicli manutentivi. Infine, attraverso il riciclo e il riuso dei materiali, con l’obiettivo di ridurre i rifiuti prodotti del 10 per cento, entro il 2025.
Ma quali sono le ricadute dirette nell’adozione di un modello circolare? Franco Ongaro, Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo, non ha dubbi: “Il percorso di transizione circolare è una risposta concreta alle attuali sfide ambientali, si tratta di adottare attività e processi di produzione e di consumo sostenibili per gestire in modo consapevole le risorse del pianeta”. Uno degli esempi più interessanti in Leonardo è rappresentato dall’impiego della fibra di carbonio per le strutture aeronautiche. “Grazie a materiali innovativi, prosegue Ongaro, siamo riusciti a ridurre del 10-15 per cento i consumi di carburante e del 20 per cento le emissioni dei nostri aerei e dei nostri elicotteri. Questo ci fa capire quanto l’innovazione tecnologica svolga un ruolo decisivo sul fronte della sostenibilità. Abbiamo uno dei nostri Leonardo Labs congiunto con l’azienda belga Solvay, specificatamente dedicato allo sviluppo di nuovi materiali compositi, al loro riciclo e a nuovi processi di produzione, fondamentali per il futuro dell’industria aerospaziale.
Contemporaneamente abbiamo avviato il New materials and circular economy accelerator, un think thank realizzato con Csr Europe e altre importanti realtà internazionali, nato per sviluppare un nuovo framework sulla circolarità dei materiali compositi. Quella sui nuovi materiali è una leva fondamentale di sviluppo sostenibile in cui la ricerca sta facendo passi da gigante e che avrà ricadute importanti in molti settori industriali”. Proprio in occasione dell’European sdg Summit, nell’ottobre di quest’anno, è stato presentato il Blueprint “Creating a sustainable and competitive economy for the European composites industry”. Il paper, realizzato da Leonardo e Csr Europe con il supporto di Bax & Company, approfondisce le potenzialità dei compositi in ottica circolare nei vari settori di riferimento, tra cui quello aerospaziale, e fa il punto sulle prospettive di sviluppo e di impiego di questi materiali per la transizione industriale green.
Un ulteriore fattore abilitante della transizione di Leonardo verso un modello circolare è la digitalizzazione. Il ricorso al Digital twin -il gemello digitale di un prodotto, di un sistema o di un processo - ad esempio, consente di ridurre l’uso di risorse per la realizzazione di prototipi, nei test e training sui prodotti sviluppati e di ristrutturare i cicli produttivi. Attraverso l’additive manufacturing (il processo industriale impiegato per fabbricare oggetti partendo da modelli 3D computerizzati) è possibile poi ridurre gli sprechi durante il processo produttivo, mentre il ricorso alla manutenzione predittiva consente di estendere la vita utile del prodotto.
Un modello circolare, dunque, che costituisce un elemento di importanza strategica per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda Onu 2030 e favorire una gestione efficiente delle risorse - materiali ed energetiche - e che, allo stesso tempo, rappresenta una grande opportunità di rilancio della competitività delle imprese e dei singoli paesi.