Da Davos
Per Bonomi solo con gli Eurobond l'Ue resisterà alla competizione con gli Stati Uniti
Sull'inflazione il presidente di Confindustria è apparso ottimista: "Nel secondo semestre si ridurrà in maniera sostanziale". E sull'Ucraina spiega che la ricostruzione dovrà essere prima di tutto sociale
Secondo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, l'Europa dovrebbe fare ricorso agli Eurobond: è questa la risposta che ha fornito nel corso di alcune interviste da Davos, in Svizzera, dove si sta svolgendo in questi giorni l'annuale edizione del World Economic Forum. Il presidente di Confindustria ha ascoltato l'intervento di Ursula von der Leyen, che ha annunciato un nuovo “Piano industriale Green deal”. Per Bonomi, la presidente della Commissione europea avrebbe quindi "rilanciato un’idea di Confindustria", il Fondo sovrano europeo: che però "dovrebbe tenere tutto a 360 gradi", e non concentrarsi solo sull'economia green.
Dopo aver fatto emergere la sproporzione fra i diversi paesi che beneficiano dei 540 miliardi messi sul tavolo dall'Ue nell'ambito degli aiuti di stato (il 49,3% sarebbe stato preso dalla Germania, mentre all'Italia resterebbe poco meno del 5%), Bonomi ha specificato che “la reale sfida che abbiamo di fronte non è tanto l’autonomia differenziata quanto invece l’autonomia industriale europea”. Il Fondo europeo dovrebbe quindi servire all'acquisto delle materie prime che “noi non abbiamo”: mentre “gli Usa e la Cina fanno la corsa per accaparrarsene la proprietà”. Una priorità che per il presidente di Confindustria è ad esempio rappresentata dalle terre rare: ma è solo un tassello di un più ampio ripensamento degli interventi europei.
Nell'ambito delle relazioni transatlantiche, anche in questo caso Bonomi è molto netto nel manifestare la sua posizione: “Stati Uniti e Cina non stanno cambiando le regole del gioco, stanno cambiando il gioco”. Il riferimento è al piano da poco varato da Biden, il cosiddetto Ira (Inflation reduction act): una misura che in molti hanno considerato dannosa per l'Europa, a causa del suo evidente indirizzo protezionistico. Il Fondo così inteso dovrebbe servire perciò a fronteggiare l'aumentata competitività dei partner economici: ma la condizione per Bonomi è appunto che l'Ue intervenga con gli Eurobond.
Sul tema dell'inflazione, il presidente di Confindustria è apparso ottimista; anzi, ha osato smentire “una narrazione che non mi convince molto”, quella cioè che accusa la Bce di portare avanti una politica economica svantaggiosa per l'Italia, in particolare sull'aumento dei tassi d'interesse. “Il problema non è la Bce. Il tasso è al 2,5% . Onestamente, può essere un problema per l’economia?”, si domanda Bonomi, aggiungendo che il “problema vero” è da ricercare nel passato: “Per tanti anni abbiamo avuto i tassi negativi e avremmo dovuto riconfigurare la spesa pubblica e ridurre il debito”. L'attuale diminuzione del costo dell'energia sarebbe secondo Bonomi un significativo segno di speranza: “Se si dovesse mantenere su questi valori, nel secondo semestre l'inflazione si ridurrà in maniera sostanziale”. Una previsione che sconfesserebbe le letture catastrofistiche delle ultime settimane.
Un'ultima risposta ha riguardato la futura ricostruzione economica dell'Ucraina dopo i danni causati dall'invasione russa: territorio che Bonomi ha peraltro da poco visitato assieme al ministro delle Impese Adolfo Urso. Per il presidente di Confindustria l'attenzione dovrà essere dedicata prima di tutto ai problemi sociali: “Nella mia prima missione ero stato a Bucha, dove sono stati accolti molti bambini sfollati. Quegli sguardi non te li dimentichi”, ha raccontato con tono amareggiato.