in cdm
Il prossimo test sul populismo energetico del governo è a Manfredonia
Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno manifestato contrarietà sul deposito di Gpl che Energas vuole costruire da 25 anni nel foggiano. Ora il Consiglio dei ministri è chiamato a dare il via libera al progetto
Nel prossimo Consiglio dei ministri il governo discuterà del progetto Energas per un deposito di Gpl a Manfredonia, in provincia di Foggia. Si tratta di un investimento da 80 milioni di euro, presentato nel 1996. Venticinque anni di iter burocratico per ottenere tutti i pareri tecnici favorevoli, e superare tutti i ricorsi al Tar, Consiglio di stato e Commissione europea. Quello che manca, ancora, è la volontà politica. E non agevola il fatto che deve essere realizzato proprio nella regione del “no” alle trivelle, al rigassificatore e al Tap.
In questo caso parliamo di un semplice deposito di Gpl, la miscela “green” che viene utilizzata come combustibile negli autoveicoli inquinando e costando molto meno di benzina e diesel. In Italia Energas ne ha uno da tanti anni nel golfo di Napoli, con quattro cisterne che non hanno mai dato problemi. Quello di Manfredonia prevede 12 serbatoi costieri collegati da un gasdotto di 10 km a mare per lo scarico delle navi gasiere. l Gpl verrà stoccato e poi prelevato per essere trasportato in tutta Italia con autobotti. Non viene effettuata alcuna lavorazione o raffinazione, il circuito è chiuso e non ci sono emissioni nell’ambiente. Ma dopo 20 anni di burocrazia, nel 2016 a Manfredonia hanno organizzato un referendum comunale per dire “no”. Secondo la popolazione locale è un’opera impattante, che danneggia l’ambiente e “a rischio incidente rilevante”. I politici sono corsi dietro alla contrarietà dei cittadini.
Nel 2015 Luigi Di Maio dice che avrebbe presentato “una diffida dal valore legale in tutta Italia”. Nel 2020 il dossier finisce sul tavolo del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli, che in conferenza dei servizi inserisce un parere vincolante della Regione Puglia. Michele Emiliano non si lascia sfuggire l’occasione: “La Giunta regionale dice no al deposito Gpl di Energas. La delibera appena approvata arriva dopo aver ascoltato le voci del territorio, delle associazioni, dei cittadini. Si tratta di un passaggio politico molto importante, che potrebbe consentire al governo di chiudere definitivamente la procedura. I cittadini devono infatti sapere che questa delibera non costituisce ancora la pietra tombale del progetto perché, se la legge non viene cambiata, questi impianti saranno sempre soggetti ad approvazioni tecniche, e non solo politiche. L’auspicio adesso è che il governo, nel momento in cui avvierà la procedura speciale nella quale verranno convocate le parti, decida per il meglio con i suoi uffici, nel solco tracciato dalla Giunta regionale per la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Questa delibera resta un passaggio di grande peso politico perché ha unito verso un obiettivo comune, la comunità di Manfredonia, il Partito democratico e il Movimento 5 stelle”.
Ma sono contrari anche gli altri partiti. Questa è terra di Massimo Casanova, il famoso Mr Pepeete, europarlamentare amico di Salvini, che durante il governo Draghi fece stoppare il progetto: “La linea politica della Lega nasce sui territori e ad essi resta fortemente connessa. Ed è per questo che, in perfetta aderenza e continuità con le rassicurazioni già pervenute dal sottosegretario all’Ambiente Vannia Gava, in merito alla questione ‘Energas’ ribadisco l’impegno a favore dei manfredoniani a non veder tradita l’espressione popolare”. Vania Gava ora è vice ministro all’Ambiente. E sicuramente farà valere il suo parere in Cdm, come pure Galeazzo Bignami, viceministro dei Trasporti, che è commissario provinciale di Fratelli d’Italia a Foggia.
Due giorni fa il sindaco di Manfredonia ha incontrato e consegnato il plico contro Energas personalmente a Matteo Salvini, con immancabile selfie. Contraria è sempre stata Forza Italia, e infatti il ministro Gilberto Pichetto Fratin non ci ha voluto rilasciare dichiarazioni. Il dossier era stato messo all’ordine del giorno in un Cdm di novembre scorso, poi stralciato per mancanza di unanimità. Ora è calendarizzato per il prossimo, a cui è già stato invitato Michele Emiliano. Vedremo se il governo sfrutterà il silenzio che circonda questo dossier per rinunciare al Gpl, e alla transizione green, e se l’hub del gas annunciato dal presidente Meloni va oltre le dichiarazioni e i nimby di ogni colore.