Opportunità
Viva le cinque stelle che salveranno l'Italia dall'irresponsabilità
Case e molti alberghi, soprattutto di lusso: Roma si riscopre attrattiva per il mercato immobiliare. Le città possono rinascere se la politica non rende troppo difficile la vita ai privati che sul nostro paese vogliono investire
Uno scandaloso articolo di Bloomberg, qualche giorno fa, ha suggerito agli osservatori meno distratti un tema insieme controintuitivo e dirompente: occhio a Roma. Sorprendentemente, la segnalazione di Bloomberg non rientra all’interno della categoria “quanto fa schifo Roma” ma rientra all’interno di un’altra dimensione che indica una traiettoria interessante per la capitale d’Italia: occhio a quello che succederà a Roma nei prossimi mesi e occhio alle incredibili opportunità di investimento che potrebbero improvvisamente delinearsi nella Città eterna.
La tesi di Bloomberg è che nell’Italia post Covid, gli acquirenti di immobili di lusso hanno una nuova città in cima alla loro lista dei desideri e quella città ovviamente è Roma. Il mercato immobiliare di Roma, scrive Bloomberg, ha iniziato a prosperare nel 2021, quando si è intravista la fine della pandemia, e secondo l’Agenzia delle entrate, il volume delle vendite di immobili residenziali di prima categoria nella capitale è aumentato del 31,4 per cento rispetto al 2020, raggiungendo il livello più alto dal 2007.
Per contro, scrive ancora il sito americano, nello stesso periodo le vendite a Milano sono aumentate del 24,4 per cento, più lentamente rispetto alla media del 28 per cento delle maggiori città italiane, e non è dunque un caso che, secondo un rapporto di Immobiliare.it e LuxuryEstate.com, un potenziale acquirente di immobili di lusso italiano su tre ha cercato un appartamento nella capitale nel primo trimestre del 2022. Roma, nonostante i suoi problemi, che non sono tutti millenari, promette di essere una sorta di Klondike per tutti i paperoni che nei prossimi anni potrebbero decidere di spostare i patrimoni in Italia, attratti sia dalla bellezza del nostro paese, of course, sia dalla bellezza dell’imposta fissa, pari a 100 mila euro all’anno, introdotta nel 2017 dal governo Renzi che consente, a chi si trasferisce in Italia, di avere un regime fiscale agevolato per un periodo non superiore a quindici anni che consiste nel versare 100 mila euro a titolo di imposta sostitutiva, per chi mantiene oltreconfine patrimoni, imprese e attività.
E’ attrattiva Roma per via di una certa saturazione di Milano, così dicono gli osservatori più qualificati, ma anche perché le proprietà residenziali di lusso nei quartieri più ricercati di Roma, dice ancora una ricerca di Immobiliare.it, costano in media circa 6.000 euro al metro quadro, la metà del prezzo di proprietà simili a Milano. E la fortuna di Roma, nei prossimi anni, promette di essere legata proprio a una doppia felice traiettoria della capitale, al centro della quale non vi è la rivoluzione della politica ma vi è l’attivismo dei privati.
Privati che acquistano case a Roma, come detto, ma privati che improvvisamente hanno investito in modo copioso, negli ultimi anni, su un altro fronte che riguarda ancora gli immobili della capitale: gli alberghi. Se ne parla poco, e non tutto è noto, ma nei prossimi anni, a Roma, succederà un piccolo miracolo, che costringerà inevitabilmente l’amministrazione pubblica a interessarsi dell’efficienza della città non solo in campagna elettorale. Il tema è questo ed è un tema che riguarda le uniche cinque stelle in grado di risollevare una città italiana: quelle degli alberghi. Attualmente, Roma ha un terzo dei posti letto a cinque stelle che ha Milano.
In tre anni, secondo una stima interna del comune di Roma, i posti letto a cinque stelle saranno il 30 per cento in più rispetto a quelli che ha Milano. E in cinque anni saranno il 50 per cento in più. A piazza Augusto Imperatore aprirà tra pochi mesi (a giugno) un hotel Bulgari. A marzo, aprirà il Six Senses. A via Veneto, sempre nel 2023, aprirà il Rosewood. Ad aprile, aprirà l’hotel Nobu, catena di Robert De Niro. A piazza San Silvestro, sono in corso i lavori per il primo Four Seasons di Roma. Al Pinciano, vedrà la luce il primo hotel Mandarin della capitale. A maggio, a via Veneto, aprirà l’hotel di lusso Intercontinental. Entro la fine del 2023 aprirà anche il Corinthia Hotel. Ed entro il 2025 nascerà, ancora a via Veneto, un hotel sempre a cinque stelle progettato da Philippe Starck.
Sarà il lusso forse a salvare Roma, e chissà se è solo un caso che alcuni tra i più importanti direttori creativi delle case di moda vivano a Roma, direttori come Pierpaolo Piccioli (Valentino), come Maria Grazia Chiuri (Dior), come Alessandro Michele (ex Gucci), come Giambattista Valli (ex Monclair). E sarà il lusso probabilmente a mettere Roma di fronte alle sue opportunità e alle sue responsabilità (l’investimento medio per aprire un albergo a cinque stelle di lusso è di 1,8 milioni di euro a stanza, ogni albergo a cinque stelle ha circa 130 stanze e le stanze a cinque stelle che apriranno da qui a tre anni a Roma sono tra le 1.500 e le 2.000). E saranno i privati a ricordare al pubblico che le elezioni sono importanti, certo, ma che le città alla fine non rinascono grazie a ciò che può fare un politico al posto di un altro. Rinascono quando la politica si rende conto che l’unico vero servizio che può fare alla città è non rendere impossibile la vita ai privati che ci vogliono investire. Il lusso fa paura, ma salverà l’Italia. E salverà le sue città dalla sciatteria e dall’irresponsabilità. Viva le cinque stelle.