L'intervista
Besseghini (Arera): “Il gas costa meno ma serve gradualità sul ritiro degli aiuti in bolletta”
A marzo scadono le misure di sostegno stanziate con la legge di Bilancio: "Valutare con attenzione", ci dice il presidente dell'Autorità per l'energia. Sui prezzi del metano: "C'è margine per scendere ancora, ma dobbiamo potenziare le nostre infrastrutture energetiche"
La buona notizia è che le bollette del gas consumato a febbraio costeranno il 13 per cento in meno, un ribasso che segue quello più consistente di gennaio (-34,2 per cento). Quella cattiva è che gli interventi previsti in legge di Bilancio per calmierare i prezzi scadono alla fine di marzo. “Se il governo dovesse decidere di interrompere completamente gli incentivi, sull’elettrico probabilmente si vedrebbe poco o meno, sul gas potrebbe dare invece un segnale più pesante, immaginando che i prezzi rimangano sotto i 50 euro/MWh”, dice al Foglio Stefano Besseghini, il presidente dell’Autorità per l’Energia (Arera) che ogni mese aggiorna le tariffe per i 7 milioni di utenti che sono nel mercato tutelato del gas e ogni tre mesi per gli 11 milioni dell’elettricità. “La sensazione è che, così come si è entrati gradualmente nel percorso di supporto, si uscirà gradualmente”. Di certo c’è che oggi le condizioni generali sono cambiate e la stabilizzazione dei prezzi sembra essersi avviata. “Oggi celebriamo con una certa soddisfazione il fatto che i mercati all’ingrosso diano segnali di riduzione importanti, ma nell’economia delle famiglie e delle imprese i costi dell’energia sono comunque abbastanza alti”, continua Besseghini, che avverte: “Il bilanciamento dei fattori va valutato con una certa attenzione. Mentre il costo dell’energia è tornato su valori più bassi, il contesto economico complessivo vede un’inflazione alta che all’inizio della crisi energetica non si vedeva ancora”. Per questo gli aiuti andranno rimodulati con cautela, “tenendo un grande focus sugli utenti più vulnerabili e studiando una soluzione che tenga conto del fatto che i prezzi non sono ancora tornati ai livelli pre crisi”.
Dal punto di vista del mercato i segnali all’orizzonte sono comunque più rassicuranti di quelli di un anno fa. Anche il riempimento degli stoccaggi che l’estate scorsa ha contribuito a spingere il gas verso il picco di 300 euro/MWh oggi preoccupa di meno. “Fare previsioni è sempre difficile ma l’aspettativa è che non dovremmo conoscere grandi complessità. Ci sono due elementi favorenti. Il primo è che si parte con quantità da approvvigionare decisamente inferiori. L’altro è che c’è una volontà maggiore di coordinarsi in Europa, dopo l’accordo sul price cap e l’avvio di acquisti congiunti da aprile”, nota Besseghini. C’è voluto un anno, che sembra tanto solo se non si considerano gli interessi in gioco, ma oggi “c’è la percezione che quella competizione un po’ sfrenata e un po’ dettata dall’emergenza che si era attivata l’anno scorso per gli stoccaggi non si ripeterà”. E anche questo è un segnale ai mercati, mentre si cercano equilibri nuovi dopo gli choc. “Credo che ci siano spazi di recupero, in particolare per il gas, se potenziamo le nostre infrastrutture e mettiamo in funzione i due nuovi rigassificatori”, continua il presidente di Arera. Che ipotizza un obiettivo: “Adesso paghiamo ancora il riassetto del sistema. Ma in un paio di anni si può tentare di scendere ancora nell’area di 30-35 euro/MWh”.