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Il nuovo contratto dell'era Stellantis usa il metodo Marchionne
L'azienda ha raggiunto un accordo che riguarda più di 70 mila lavoratori e prevede aumenti mensili di 207 euro più altri benefit. Per i sindacati si tratta di un momento "storico" ma Fiom-Cgil sminuisce
È stato rinnovato oggi il contratto dei lavoratori di Stellantis, CnhI, Ferrari e Iveco, quello voluto da Sergio Marchionne quando decise di uscire dal contatto nazionale. “È il più alto che sia stato raggiunto nell’industria” ha detto il segretario della Fim-Cisl Benaglia. Il rinnovo prevede 207 euro di aumenti mensili in due anni (+11 per cento), 600 euro una tantum, incremento dei premi del 30 per cento.
I metalmeccanici riescono così a chiudere il contratto senza politica, senza Confindustria e senza la Fiom, che ruppe con Marchionne e da allora è fuori dal contratto specifico. L’accordo riguarda più di 70 mila lavoratori ed è il primo dell’era Stellantis, ma viene sminuito dalla Fiom-Cgil che parla “di accordo al minimo sindacale”.
Per gli altri sindacati è invece un accordo “storico”: “Abbiamo garantito una tutela salariale ai lavoratori e la doverosa continuità a un sistema di relazioni industriali che è nato nel 2010 come contratto Fiat e che in questi anni ha protetto i lavoratori dell’industria dell’auto anche nei momenti più difficili” ha detto il segretario Uilm Palombella. Dopo dieci anni si può ribadire che aveva ragione Marchionne e chi decise di sedersi al tavolo con lui.