(foto Ansa)

cambio al vertice

La vittoria di Azzone in Cariplo è una sconfitta per Salvini (e per Sala)

Stefano Cingolani

Nella scelta del nuovo presidente della Fondazione milanese l'ha spuntata ancora una volta Giuseppe Guzzetti. Una sconfitta per la Lega salviniana (mentre è una buona notizia per il ministro Giorgetti)

Alla fine l’ha spuntata di nuovo Giuseppe Guzzetti, ma poche volte come quest’anno la nomina del presidente alla Fondazione Cariplo mostra l’intreccio tra potere economico e politico, ancor più complesso e contraddittorio nell’attuale cambio di regime. Dopo un lungo braccio di ferro la scelta è caduta su Giovanni Azzone, ingegnere, già rettore del Politecnico di Milano, sostenuto da Guzzetti che ha presieduto per 22 anni, dal 1997 al 2019, un ente che rappresenta il pilastro del terzo settore, l’architrave degli equilibri proprietari nella prima banca italiana, Intesa Sanpaolo (ne possiede un 5% e ha impegnato quasi due miliardi di euro), il puntello essenziale della Cassa depositi e prestiti.

In realtà la Cariplo ha l’1,5% della Cdp, ma di fatto guida il pattuglione delle fondazioni di origine bancaria (sono ben 65) che detiene quasi il 16% delle azioni ordinarie e il 30% delle privilegiate. In questo modo la Cassa pur essendo a controllo pubblico non fa parte delle società statali e si colloca come la terza istituzione bancaria italiana dopo Intesa e Unicredit. Il governo nomina l’amministratore delegato (oggi Dario Scannapieco) le fondazioni il presidente (Giovanni Gorno Tempini, bresciano, vicino a Giovanni Bazoli, proveniente dalla “nidiata” Banca Intesa). L’assetto deciso nel 2003 ha avuto in Guzzetti l’artefice insieme a Giulio Tremonti, ministro dell’economia.

 

La scelta di Azzone segna una sconfitta per la Lega salviniana che aveva puntato su Ferruccio Resta, bergamasco, anche lui ex rettore del Politecnico, sostenuto dal presidente della regione Attilio Fontana, ma anche dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, mentre il professor Bazoli avrebbe preferito Francesco Della Sega, economista della Cattolica. Uno schieramento tanto trasversale quanto inedito, costruito con l’obiettivo di chiudere la lunga era Guzzetti giunto alla veneranda età di 89 anni. Evidentemente ne avevano sottovalutato la forza, l’astuzia e l’autorevolezza che stanno alla base della sua longevità.

Azzone è il candidato preferito dal presidente uscente Giovanni Fosti e ha ottimi rapporti anche con Giancarlo Giorgetti, ministro dell’economia nonché azionista della Cdp, da sempre vicino a Guzzetti nonostante la diversa collocazione politica. Il “padre-padrone” della Cariplo è figlio dell’ambiente cattolico lombardo, ha militato fin da giovane nella Democrazia cristiana ed è stato presidente della regione dal 1979 al 1987, senatore fino al 1994, membro del Partito democratico dal 2001 e stratega della grande trasformazione del sistema bancario italiano. L’accordo del 1997 tra Guzzetti a capo della ricchissima Cassa di risparmio delle province lombarde, e Bazoli alla guida dell’Ambroveneto nato dalle ceneri del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, ha segnato un rapporto che non s’è mai spezzato pur tra alti e bassi. Anche per questo il dissenso sul nuovo presidente della Fondazione ha colpito gli osservatori. 

 

Come molti anche noi ci stiamo esercitando con il bilancino dei poteri forti nell’epoca meloniana, e senza dubbio è interessante l’ulteriore dimostrazione del dualismo Salvini-Giorgetti, ma in realtà s’è affermato come sempre il “metodo Guzzetti”. La Fondazione Cariplo ha un patrimonio di circa 8 miliardi di euro, la sua missione non è controllare banche, per legge deve dedicarsi ad attività benefiche, filantropiche, di sostegno al territorio. Tuttavia, pur avendo ridimensionato negli anni la sua presenza, resta fondamentale negli equilibri proprietari sia di Intesa (insieme alla Compagnia di Sanpaolo) sia della Cdp.

La commissione che designa il presidente della Fondazione e il comitato direttivo, è composta da 28 membri la metà dei quali è espressione degli equilibri politici locali che da tempo sono dominati dalla Lega. Ma ogni voglia di prevalere è sempre stata frustrata. Si ricorda il duello ingaggiato con Tremonti concluso da un patto che non è stato più violato. Un altro tentativo è avvenuto quando nel 2019 il vecchio presidente ha lasciato la poltrona, però ha vinto il suo candidato Giovanni Fosti. Oggi c’è Azzone con un curriculum di tutto rispetto sia in campo accademico sia come amministratore. Nel 2018 Guzzetti lo ha chiamato a presiedere la Fondazione Comunità di Milano anch’essa figlia della Cariplo. Tra il 1999 e il 2006 sono nate 15 Fondazioni comunitarie, che hanno fatto da apripista alla diffusione del modello in altre parti d’Italia, oggi sono una quarantina con un patrimonio che sfiora i 300 milioni. Sono un ibrido tra modello tedesco e americano, ma delle fondazioni anche il capitalismo italiano non può più fare a meno.

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