le pulci al Pnrr
Dove deve correre di più il Pnrr? Spazio e non solo. Un report
Vietato fallire: dalla capacità di dare attuazione al piano dipendono molte possibilità di crescita economica ed occupazionale dell'Italia. Ma è anche in gioco la nostra credibilità nell’Ue. Ecco l'avanzamento delle riforme e dei progetti di investimento alla luce delle prossime scadenze
"Occupatevi del Pnrr", così il Commissario Gentiloni ha voluto richiamare alcuni giorni fa il governo sulla necessità di porre più attenzione al raggiungimento degli obiettivi e dei traguardi intermedi e sull’efficacia della spesa del Pnrr. E’ bene ricordare un paio di cose. che l’Italia sarà in grado di esprimere (da solo il Pnrr vale 2 punti percentuali di crescita annuale nei prossimi 4 anni). Ma è anche in gioco la nostra credibilità nell’Ue (il cui termometro è il nostro temutissimo spread) e la connessa possibilità che nuovi piani di crescita possano trovare ulteriore supporto dalle risorse europee, a cominciare ad esempio dalla proposta di fondo sovrano per il finanziamento degli interventi di politica industriale.
Insomma sul Pnrr è vietato fallire e la sua attuazione, nel rispetto dei tempi, deve rimanere oggetto di quotidiano presidio da parte del governo, delle amministrazioni centrali e locali.
Con questa rubrica il Foglio e Assonime intendono monitorare il percorso di attuazione del Pnrr andando a verificare lo stato di avanzamento delle riforme e dei progetti di investimento alla luce delle molte scadenze da qui fino alla fine del 2026 a partire da quelle del 31 marzo prossimo: una scadenza intermedia senza controlli da parte della Commissione (che avverranno a fine giugno) ma comunque importante per capire a che punto stiamo anche perché non è stata ancora presentata la promessa relazione sull’avanzamento dei progetti.
Infatti entro fine marzo il governo dovrà centrare, nel prosieguo del percorso attuativo del Pnrr, 12 scadenze europee (1 obiettivo e 11 traguardi). I traguardi più sfidanti riguardano l’entrata in vigore dei dispositivi per ridurre i tempi di pagamento della Pa; l’assegnazione di tutte le risorse a quasi 13mila enti locali per la migrazione a sistemi cloud pubblici per i dati più critici (potendo avvalersi dei servizi del nuovo Polo strategico nazionale) o commerciali per i dati meno sensibili; l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per progetti di tecnologia spaziale e satellitare affidati all’Esa per il lancio di Iride – la costellazione italiana di osservazione della terra – e all’Asi; un nuova legge quadro per dare maggiore supporto agli anziani non autosufficienti; alcuni interventi di semplificazione amministrativa per favorire la diffusione dell’idrogeno assieme all’aggiudicazione di numerosi appalti per la sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale e ferroviario e per la sua produzione in aree dismesse. Infine, entro il 31 marzo il governo deve licenziare il decreto legislativo che attua tutte le disposizioni della legge delega sulla riforma del codice dei contratti pubblici che dovrebbe entrare in vigore nel luglio del 2023.
Su alcuni di questi fronti lo stato di attuazione è incoraggiante. Sono state aggiudicate tutte le risorse destinate a migliaia di scuole e comuni e alle ASL (per circa 900 milioni) per implementare i relativi piani di migrazione ad infrastrutture cloud grazie al buon funzionamento della piattaforma Italia Digitale 2026. I bandi dell’Esa saranno aggiudicati nei tempi anche se con qualche preoccupazione sulla capacità di dotare la nuova costellazione Iride di satelliti con payload ottici ad alta risoluzione. Il nuovo codice dei contratti pubblici potrà essere licenziato da un prossimo Cdm, mentre si è chiuso l’ultimo passaggio in aula alla Camera della legge delega sulle misure in favore di anziani non autosufficienti.
Sono invece più indietro le assegnazioni degli appalti in ambito spaziale, soprattutto quelle di pertinenza dell’Asi per circa 800 milioni in materia di comunicazioni satellitari sicure e servizi in orbita e quelle di competenza del ministero dell'ambiente (Mase) relative alla diffusione delle Hydrogen Valleys in aree industriali dismesse (i 450 milioni assegnati alle regioni non sono ancora stati aggiudicati e i tempi si stanno facendo stretti).
Meno indietro è il progetto in capo al ministero delle infrastrutture (Mit) di costruire le 40 stazioni di rifornimento a idrogeno su strada anche se le aggiudicazioni hanno riguardato solo 36 progetti con un assorbimento di risorse di 100 milioni rispetto ai 230 disponibili mentre per le 9 stazioni di rifornimento lungo 6 linee ferroviarie, la partecipazione ai bandi del Mit è stata buona anche se i 300 milioni non risultano ancora aggiudicati e diversi bandi regionali non si chiuderanno entro il 31 marzo. Sui tempi di pagamento della Pa, il traguardo di fine marzo è alla portata, ma resta da definire il sentiero di riforma che il governo intende perseguire per rispettare l’obiettivo di fine 2023, quando in media i tempi di pagamento delle Pa nei confronti degli operatori economici non potranno superare i 30 giorni, estesi a 60 giorni per i pagamenti della Sanità, senza la possibilità di produrre ritardi di pagamento.
a cura di Assonime