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In Russia aumentano gli incidenti stradali: è un effetto delle sanzioni
Un rapporto sui problemi dell’automotive rivela il deterioramento di auto e camion in circolazione e la ridistribuzione dei flussi di traffico da occidente a sud-est, dove la qualità di strade e autostrade è nettamente peggiore rispetto alla Russia occidentale
La governatrice della Banca centrale russa Elvira Nabiullina lo disse fin dalle prime settimane dell’invasione dell’Ucraina, le sanzioni occidentali avrebbero costretto le aziende russe “ad adattarsi alle restrizioni sulle importazioni e sulla logistica” anche “passando alla produzione di prodotti di generazioni precedenti”. Una trasformazione strutturale dell’economia che per i russi significa la regressione della qualità dei consumi, ovvero comprare prodotti di qualità inferiore pagandoli come o più di prima.
Finché si tratta di rinunciare all’ultima generazione di smartphone e altri device il sacrifico personale è limitato (non quello delle imprese), ma quando si parla di auto, la regressione tecnologica significa più incidenti stradali, molti di più. Il rapporto del Centro scientifico per la sicurezza stradale del ministero dell’Interno russo ha rilevato un aumento degli incidenti a doppia cifra che è diretta conseguenza di due fattori principali: il deterioramento di auto e camion in circolazione e la ridistribuzione dei flussi di traffico da occidente a sud-est, dove la qualità di strade e autostrade è nettamente peggiore rispetto alla Russia occidentale.
Secondo i ricercatori del ministero dell’Interno il rischio che la situazione possa peggiorare è elevato poiché a causa delle sanzioni sulle importazioni i mezzi di traporto continuano a deteriorarsi, non vengono sostituiti e ricevono una pessima manutenzione. “Nel 2022 la flotta di auto è cresciuta solo dello 0,5 per cento mentre prima cresceva dell’1,4-1,9 per cento all’anno”, afferma il rapporto. “Il rallentamento è una conseguenza di un cambiamento della situazione geopolitica, a causa del quale l’industria automotive ha dovuto affrontare una serie di nuove sfide: un calo della domanda, la sospensione di una serie di impianti, la difficoltà nel reperire forniture di materiali e componenti”. Secondo Rosstat (l’istituto di statistica russo) l’anno scorso la produzione di auto nuove in Russia è crollata del 44,7 per cento, mentre il mercato dell’automotive nel suo complesso crollava del 58,8 per cento.“ Le prospettive sul rinnovamento del parco auto destano preoccupazione”, osserva lo studio, sottolineando che attualmente in Russia il 25,6 per cento delle auto (13 milioni), il 41,1 per cento dei camion (2,7 milioni), e il 22,9 per cento degli autobus (200mila) è in circolazione da più di 15 anni. Inoltre, anche la qualità delle auto nuove sta peggiorando visto che – sempre a causa delle sanzioni sulle importazioni di componenti occidentali – il Cremlino ha rivisto al ribasso gli standard di sicurezza, e ora molte auto nuove vengono prodotte senza airbag e abs.
A causare l’aumento di incidenti è anche la ridistribuzione dei flussi di traffico. Le strade della Russia sud-orientale si sono rivelate inadeguate all’invasione dei camion che, dovendo abbandonare i viaggi verso l’Ucraina e gli altri paesi a occidente della frontiera russa, si stanno dirigendo in maniera massiccia verso Turchia, Armenia, Azerbaigian, Georgia, Kazakistan, Cina. Sull’autostrada da Omsk al Kazakistan il tasso di incidenti è aumentato del 76 per cento (il dato più impressionante), su altre autostrade dell’Oriente russo si rilevano aumenti tra il 9 e il 25 per cento. Ad aumentare a doppia cifra anche gli incidenti nelle regioni confinanti con i paesi asiatici: nell’estremo oriente russo (+29,6 per cento), negli Urali (+27,8 per cento), in Siberia (+15,1 per cento). Regioni dove si registra un raddoppio del traffico merci, conseguenza dell’aumento delle importazioni dirette da questi paesi e delle importazioni parallele, anche “fai da te”, per mettere le mani su prodotti sanzionati. Per avere qualche possibilità di successo la sostituzione delle importazioni e la trasformazione strutturale dell’economia russa richiederebbero un vasto soccorso delle industrie cinesi e grandi investimenti da parte di Mosca, impossibili anche solo da pensare finché tutte le risorse di un bilancio che diventa sempre più stretto vengono consumate dalla volontà di continuare a invadere l’Ucraina.