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L'analisi

La flat tax ha problemi non solo di equità ma anche di efficienza

Alessandro Santoro

Da un punto di vista teorico la spesa pubblica può avere effetti redistributivi maggiori rispetto al prelievo fiscale, ma l'aliquota unica non è l'unica via. Un dibattito

Nel suo commento all’audizione della Banca d’Italia sulla delega fiscale Nicola Rossi ha sostenuto che “un sistema tributario ad aliquota unica stabilirebbe un principio di grande rilevanza e cioè lo spostamento sul versante della spesa pubblica della funzione redistributiva e il contestuale prevalente indirizzo del sistema tributario verso obiettivi di efficienza”. Lo stesso Rossi sottolinea che, in realtà, questa prospettiva “non è esplicitamente contenuta nella proposta governativa di riforma fiscale”, ma l’occasione da lui offerta è comunque propizia per discutere sia di redistribuzione sia di efficienza. 

E’ indubbiamente vero che da un punto di vista teorico la spesa pubblica può avere effetti redistributivi maggiori rispetto al prelievo fiscale, soprattutto perché la prima può essere indirizzata verso obiettivi specifici mentre il fisco “spara nel mucchio” oppure crea miriadi di regimi agevolativi che fanno venire meno la coerenza del sistema. Tuttavia, è anche evidente che, se si vuole trasferire la funzione redistributiva dal fisco alla spesa non è affatto necessario farlo passando attraverso l’aliquota unica. Se questo fosse l’obiettivo, prima che alla struttura delle aliquote bisognerebbe pensare alla base imponibile, riassorbendo (appunto) tutti i regimi agevolativi oggi esistenti che hanno fatto dell’Irpef un’imposta à la carte, almeno per qualcuno. Giova ricordare, ad esempio, che il coefficiente di concentrazione delle deduzioni tra i redditi elevati è pari al 58 per cento e quello dei crediti al 51 per cento, per cui un loro riassorbimento migliorerebbe la capacità redistributiva dell’Irpef fornendo anche risorse per la spesa pubblica. Tuttavia, nella legge delega il principio di riordino di deduzioni, detrazioni e crediti è talmente circoscritto e limitato dal far dubitare fortemente che si possa arrivare a risultati significativi.

Per quel che riguarda l’efficienza, poi, è utile ricordare che gli esperimenti di flat tax finora condotti non hanno mai fatto emergere, come documentato negli studi di Michael Keen del Fondo monetario internazionale, un effetto Laffer, ovvero una capacità dell’aliquota unica di generare una maggiore offerta di lavoro e/o emersione di reddito prima non dichiarato tali da compensare la perdita di gettito. Questo perché il parametro che misura l’(in)efficienza dell’imposta sul reddito da lavoro, ovvero l’elasticità del reddito dichiarato rispetto all’aliquota, è molto più basso di quanto a volte affermato. Nelle ricerche condotte su questo tema, l’elasticità si situa tra il 20 per cento e il 40 per cento, il che significa che se l’aliquota (marginale) effettiva si riduce dell’1 per cento possiamo aspettarci che il reddito dichiarato aumenti tra 0,2 e 0,4 punti percentuali. E, ad esempio, se l’elasticità venisse ipotizzata pari al 30 per cento, l’aliquota unica ottimale, calcolabile utilizzando le formule fornite dalla letteratura economica in materia, si collocherebbe intorno al 35 per cento, un valore molto più elevato di quelli correntemente citati.

In conclusione, per ridisegnare il sistema fiscale inteso in senso lato e quindi sia dal lato del prelievo sia da quello della spesa, come giustamente auspica Nicola Rossi, sarebbe necessario partire dalla ridefinizione della base imponibile dell’Irpef, e solo in seguito occuparsi di aliquote tenendo conto in misura realistica dell’impatto che il cambiamento di queste può avere sulle scelte dei contribuenti.

 

Risponde Nicola Rossi:
Sul tema delle coperture la porta è aperta. Per quanto riguarda l’obiettivo di un ridisegno complessivo del sistema questo è perseguibile – il commento di Alessandro Santoro lo testimonia – seguendo strade diverse. Difficile negare, seguendo il suo ragionamento, che il sistema ad aliquota unica (che presuppone e va oltre una significativa ridefinizione della base imponibile) sia una di queste.

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