L'analisi
L'Italia è un paese solo a metà per giovani. Lo studio Confartigianato
L'indice, che è stato presentato all'assemblea annuale dell'associazione delle imprese, disegna la mappa delle regioni e delle province che rappresentano un habitat migliore per l'impresa e il lavoro delle nuove generazioni
L’Italia è un paese a diverse velocità per le condizioni favorevoli al lavoro e alla voglia di fare impresa dei giovani. A disegnare la mappa delle regioni e delle province “amiche” delle nuove generazioni è il rapporto di Confartigianato che contiene l’Indice dei territori youth-friendly per impresa e lavoro e che è stato presentato alla Convention annuale dei Giovani imprenditori di Confartigianato svoltasi ieri a Roma. Ne esce una classifica che vede la Lombardia in testa alle regioni che offrono alle nuove generazioni l’habitat migliore per lavorare e mettersi in proprio. Seguono, a breve distanza, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige. Più si scende a sud, più le cose peggiorano. La “maglia nera” per l’ambiente meno ospitale per i giovani tocca al Molise, insieme a Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata.
L’Indice di Confartigianato misura le condizioni dell’habitat sulla base di 13 indicatori che comprendono, tra l’altro, il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione scuola-imprese, la diffusione dell’apprendistato, il saldo migratorio dei giovani verso l’estero o altre regioni. A livello provinciale, i giovani trovano il terreno più fertile a Cuneo, seguita da Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso. All’altro capo della classifica le condizioni più difficili per l’occupazione dei giovani si riscontrano a Isernia, Foggia, Vibo Valentia, Siracusa, Taranto.
I differenti ambienti che circondano i ragazzi generano effetti contrastanti: da un lato, favoriscono l’attività di 522.086 aziende guidate da under 35 ma, dall’altro, sono all’origine di un nostro record negativo in Europa. Secondo il rapporto di Confartigianato, infatti, nel 2022 siamo stati il paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000, con un tasso di inattività del 25,4 per cento, rispetto al 15 per cento della media europea. La Germania registra il 13,9 per cento, la Spagna il 13,7 per cento e la Francia il 12,7 per cento. Il fenomeno è peggiorato visto che il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9 per cento registrato nel 2004. Tra gli under 35 che non cercano lavoro prevalgono le donne, pari a 1.033.000 (il 65,9 per cento del totale), a fronte dei 535.000 uomini. Il 55,6 per cento dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno, dove il tasso sale al 37,7 per cento, più che doppio rispetto al 16,8 del centro-nord. Tra gli inattivi tra 25 e 39 anni, ve ne sono 468.100 in possesso di una laurea. Di questi, due terzi sono donne. “I giovani – sottolinea Davide Peli, presidente dei Giovani imprenditori di Confartigianato – sono il futuro del made in Italy. Ma 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. L’Anno europeo delle Competenze deve essere l’occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il ‘saper fare’, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.
La digitalizzazione è uno dei fattori cruciali per stimolare la propensione imprenditoriale dei giovani e valorizzare il made in Italy. Proprio per questo, durante la Convention dei Giovani imprenditori, Confartigianato e TikTok hanno lanciato la partnership per raccontare l’artigianato made in Italy, offrendo nuovi strumenti di comunicazione digitale capaci di potenziare la visibilità e l’attrattività dei tanti mestieri che sono il biglietto da visita dell’eccellenza italiana nel mondo. Un palcoscenico internazionale, quindi, per gli imprenditori che vorranno partecipare alla call to action dal nome #SpiritoArtigiano, didascalia dell’hub che verrà creato appositamente in app, oltre che a un calendario formativo da nord a sud per educare all’utilizzo della piattaforma – con 150 milioni di utenti in Europa –, come vetrina internazionale del patrimonio di competenze, di valore economico e culturale dell’artigianato italiano.